Renzi a Berlusconi: il patto può risuscitare. E chiude la porta a Grillo
L’elicottero di Stato? Lo prenderà fino a che ne avrà bisogno. La minoranza dem e Bersani? Fanno battaglie incomprensibili. Laura Boldrini che bacchetta il governo sull’uso dei decreti? E’ uscita dal suo perimetro istituzionale. Le unioni civili? Faremo cose di sinistra. È un Matteo Renzi più battagliero che mai quello che, intervistato dall’Espresso, si dice determinato ad andare avanti sulla sua strada ma con una novità: lancia segnali di pace a Forza Italia. “Sulla riforma costituzionale siamo andati avanti. Ora mi auguro che Forza Italia torni alla ragionevolezza: questa norma l’abbiamo scritta insieme. Come spiegheranno il voto contro?”.
Renzi vuole trattare ancora con Berlusconi
La sua intenzione, spiega il premier, è di continuare a trattare con Berlusconi e di risuscitare il Patto del Nazareno: “Per il momento sì. Berlusconi è il capo del principale partito dell’opposizione, dato che Grillo si tiene fuori da tutto, si marginalizza da solo. Ma sono rimasto molto scottato dall’atteggiamento di Berlusconi sull’elezione di Mattarella”. “A Berlusconi – continua Renzi – abbiamo detto: ti diamo un nome nostro che puoi votare, molti dei suoi lo hanno fatto. Se gli avessimo dato una terna, come nel 2013, gli avremmo consegnato il diritto di scelta. Saremo anche di destra, come dice qualcuno di voi, ma almeno questo errore non lo abbiamo fatto”.
“Brunetta ha convinto il Cav a rompere”
Poi se la prende con Brunetta: “Io ho mantenuto il patto, Berlusconi no. Penso perché costretto da Brunetta. E da qualche stratega illuminato di Palazzo Grazioli”. “Dal primo giorno il capogruppo di Forza Italia alla Camera, a differenza del Senato, ha remato contro le riforme e il patto del Nazareno. Brunetta ha lavorato per fare fuori le colombe”, sottolinea il premier.
“Verdini è un pragmatico”
Complimenti, invece, a Denis Verdini. “Verdini è un pragmatico, che conosce la prima regola della politica: i rapporti di forza. Sa che abbiamo i numeri anche da soli. Io l’ho sempre detto a Berlusconi: il patto con te lo faccio per un atto politico, non per una necessità numerica. Lui ha cambiato idea, i colloqui tra Brunetta e una parte della minoranza del Pd lo hanno convinto che sulla riforma costituzionale mi sarei fermato”.