La Repetti spiega le ragioni del suo addio a Forza Italia

3 Mar 2015 10:30 - di Redazione

Acque agitate in  Forza Italia. La senatrice azzurra Manuela Repetti ha deciso di lasciare il partito di Berlusconi, ha preso carta e penna e ha deciso di spiegare le ragioni della sua scelta in una lettera al Corriere della Sera.

La Repetti scrive al “Correre”

«Forza Italia sta vivendo una profonda crisi per diversi motivi», esordisce l’ex senatrice di FI, che ringrazia il leader del suo partito, «grata» per l’opportunutà politica ricevuta, ma andrà nel Gruppo misto. Ne cita alcuni: «L’azzoppamento del nostro leader, il presidente Silvio Berlusconi, con la conseguenza di un centrodestra senza più un punto di riferimento; l’arrivo di Renzi a capo del Pd, ma con una personalità politica ricca di sfumature e difficilmente incasellabile a sinistra, riuscendo dunque ad attirare consenso anche al centrodestra; una vera e propria guerra interna a Forza Italia per la successione», scrive.

«Faide interne»

La Repetti sottolinea in maniera decisa che quello che sta succedendo all’interno di Fi «è una vera e propria distruzione, con faide interne il cui unico fine è quello di spartire l’eredità politica di Berlusconi». «La rivoluzione liberale è stata intrapresa solo in parte e per questo abbiamo perso consenso». Ma tra le ragioni di quello che definisce il «fallimento» ce ne sono due importanti: «l’accanimento giudiziario contro Berlusconi e i  «condizionamenti degli alleati che, tuttavia, continuiamo a inseguire nonostante ci siano evidenti, abissali diversità. È ormai difficile per me riconoscermi in una classe dirigente che di fatto oggi controlla Forza Italia». Pertanto la decisione di iscriversi al Gruppo Misto del Senato. «Pur non essendo schierata con nessuno, ritengo che la serie di commissariamenti sia solo il risultato di rese di conti che daranno ancora altri frutti amari. Cose che, a mio avviso, nulla hanno a che vedere con il movimento liberale che Silvio Berlusconi ha fondato e che lui stesso non avrebbe mai consentito accadessero».

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