Italicum, la minoranza dice “no”. Bindi: se non cambia, non voto
«Senza modifiche non voterò l’Italicum. E se venisse messa la fiducia, cosa che ritengo incostituzionale, non parteciperei neppure a quel voto». Lo afferma a Repubblica Rosi Bindi. L’unanime conclusione della direzione del Pd che ha dato il via libero al documento di Renzi non è senza strascichi polemici. La minoranza dem fa sapere che senza correzioni non voterà la riforma elettorale voluta a tutti i costi dal premier, che in queste ore è tornata in terza lettura in commissione Affari costituzionali della Camera.
Il no della Bindi all’Italicum
«Non so se si può usare la parola spaccatura, ma le posizioni in direzione sono state chiare e nette. Renzi ha posto un aut aut sull’Italicum che la prima volta fu scritto sotto dettatura del Patto del Nazareno. Poi ce lo siamo trovato modificato, e non in qualche dettaglio. Ora che siamo rimasti solo noi a votarlo, peraltro in un perimetro ristretto, che non è neppure quello di tutta la maggioranza di governo – spiega la Bindi – è davvero incomprensibile che non si cerchi l’unità del Pd». All’ex ministro sta a cuore che il premio di maggioranza non sia solo alla lista ma sia alla coalizione, «Se così non sarà, andremo verso il partito unico della nazione, che avrà nella sola Camera una maggioranza “pigliatutto” di 340 deputati e avrà intorno 4 o 5 mini partiti in lotta tra di loro. È la fine del bipolarismo nel nostro paese».
L’allarme di Giachetti
Non nasconde preoccupazione per la sorte del governo Roberto Giachetti. «Bersani? Quando era maggioranza bocciò la mozione per il ritorno al Mattarellum. Ora invece lo invoca. Per decenni si sono battuti contro le preferenze ora invece le vogliono. Ma hanno già ottenuto molto». Dalle colonne di Repubblica, il vicepresidente della Camera del Pd, definisce la minoranza dem “gli Unti del signore”, «come al solito ho sentito voci differenti tra loro. Ma il migliore di tutti è stato D’Attorre. Prima ha chiesto di evitare i ricatti, poi ha aggiunto “Se l’Italicum non cambia, la riforma costituzionale finirà su un binario morto”». Per Giachetti se i riottosi del Nazareno guidati da Bersani e Civati si mettono di traverso all’Italicum si rischia la fine anticipata della legislatura. Non a caso Renzi si starebbe muovendo per spaccare la minoranza e arruolare i malpancisti più giovani con allettanti promesse.