Ddl anti-terrorismo, sarà possibile spiare i sospetti entrando negli account privati
La polizia potrà utilizzare programmi per acquisire “da remoto” le comunicazioni e i dati presenti in un sistema informatico e viene anche autorizzata l’intercettazione preventiva sulle reti informatiche. È una delle novità principali approvate in Commissione al decreto anti-terrorismo. Il Pm potrà conservare i dati di traffico fino a 24 mesi. I providers su Internet saranno obbligati a oscurare i contenuti illeciti legati ai reati di terrorismo, pubblicati dagli utenti. L’uso del web e di strumenti informatici per perpetrare reati di terrorismo (arruolamento di foreign fighters, propaganda, ecc) diventa un’aggravante che comporta l’obbligo di arresto in flagranza. Un ddl che però, anche oggi, ha subito una pesante battuta d’arresto.
Sul ddl anti-terrorismo una valanga di emendamenti
Sono 250 circa gli emendamenti al decreto antiterrorismo presentati alla Camera dai vari gruppi parlamentari. A fronte di questo numero nella maggioranza si è inizialmente pensato di ricorrere al voto di fiducia, ma nel pomeriggio è iniziata la trattativa per evitarla. Alle opposizioni è stato chiesto di tagliare il numero degli emendamenti così da chiudere domani sera il voto su di essi, e svolgere martedì l’esame degli ordini del giorno e il voto finale. Il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, ha spiegato che la Commissione era in grado di concludere il proprio lavoro in mezzora, sempre che fosse arrivata la risposta del ministero sulle coperture. In aula i gruppi di opposizione si sono sollevati, per il prolungato ritardo della risposta del governo, attesa sin dalle 14 di oggi e slittata per tre volte. Rocco Palese, vicecapogruppo di FI, ha quindi chiesto di rinviare il voto degli emendamenti a domani. La sua proposta è stata prima sostenuta dai gruppi delle opposizioni (Sel, Lega, M5s) e poi anche dal Pd con Cinzia Fontana. La vicepresidente Marina Sereni, visto l’accordo dei gruppi, ha rinviato l’esame a domattina alle 9.