Spopola la fiction di Israele su Hamas: quando i cattivi non sono così cattivi

25 Feb 2015 20:36 - di Antonio Pannullo
Uomini di Hamas

Anche i cattivi hanno i loro lati umani, compresi i terroristi di Hamas. A proporre un approccio inedito del conflitto è una fiction tv israeliana che sta avendo buon successo di pubblico ma che rischia di innescare qualche polemica specialmente alla luce dell’attuale campagna elettorale. Intitolata Fauda (Caos in arabo) la serie – giunta alla sua seconda puntata sulla rete Yes – è stata scritta dall’ex analista militare di Haaretz, e ora firma di punta di Times of Israel, Avi Issacharoff insieme all’attore Lior Raz, protagonista principale della fiction stessa. «Anche i terroristi sono creature complesse. E per questo – ha spiegato Issacharoff, citato dai media – la visione da parte di uno spettatore israeliano può non essere facile». Il plot si ispira ad una storia vera: quella di Ibrahim Hamed, membro di Hamas in Cisgiordania, sospettato per il coinvolgimento nella morte di una dozzina di israeliani e ricercato per otto anni dalle forze di sicurezza. Primula rossa a lungo inafferrabile è stato infine catturato per una sua unica debolezza: l’amore per la moglie con la quale aveva una fitta corrispondenza. Nella fiction Ibrahim Hamed è diventato Tawfik Hamed, miliziano di Hamas soprannominato La Pantera, ritenuto morto e che invece è ancora vivo e in azione.

I “mistaravim” di Israele braccano Hamas

Sulle sue tracce si decide di sguinzagliare un gruppo di mistaravim (unità ultra segreta dell’esercito israeliano, composta da uomini e donne, perfettamente bilingui, che agiscono come arabi) e come capo è scelto Doron (Lior Raz), un ufficiale della stesso gruppo che anni prima ha creduto alla morte di Tawfik. Anche in questo caso l’anello debole sarà, come nella realtà, la moglie. Girata per la maggior parte a Kfar Qasem, un villaggio arabo di Israele al confine con la Cisgiordania, a 40 minuti a nord est di Tel Aviv, la serie tv ha lunghe parti in arabo (compresi i titoli di coda). «Abbiamo voluto fare una buona rappresentazione e in questa i cattivi non possono essere solo cattivi. Un buon racconto – ha spiegato ancora Issacharoff – deve mostrare anche altri lati della loro personalità… Che ci piaccia o no, questa è la realtà». La linea scelta da Raz e Issacharoff si è riflessa anche nel lavoro dell’attore Hisham Suleiman che interpreta Tawfiq Hamed: «La resistenza palestinese crede che si possa e si debba fare qualsiasi cosa possibile per liberare la Palestina, anche – ha detto – cose estreme. Ed io ho dovuto capire perché credono di poter fare tutto quello che vogliono. Io sono cresciuto e ho vissuto, e ancora vivo, in una cultura palestinese e l’idea della liberazione della Palestina mi è familiare». Suleiman ha detto di aver cercato di «non giudicare. Il prezzo della pace è alto per entrambe le parti ma il prezzo della guerra è ancora più alto». A trarre il giudizio finale è stato Lior Raz: «Non penso di aver raffigurato buoni ebrei e cattivi arabi o viceversa. Non abbiamo preso posizione, ma queste sono situazioni intollerabili».

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