Salvini: ci contestano le idee usando le spranghe, certa gente vada in galera

26 Feb 2015 12:53 - di Girolamo Fragalà

«Spero che sabato a Roma gli “anti” di professione, quelli che sono anti-Lega, anti-Salvini, anti tutto, facciano una bella manifestazione allegra e colorata, in un’altra piazza rispetto alla nostra e soprattutto pacifica e senza violenza, perché la violenza è demenza e sarebbe inaccettabile». Lo ha detto a Radio Padania Matteo Salvini parlando della manifestazione di Roma.

Salvini: ci contestano con le spranghe, ma noi non arretriamo

«Ma è possibile che quando faccio comizi e incontri pubblici ci siano gruppetti che insultano e minacciano? Che ci sia gente che minaccia, combattendo le idee con le spranghe e con le facce coperte? Un brutto clima, spero che finisca presto, che certa gente venga messa in galera», aggiunge Salvini. «Vado in Toscana e minacciano persino i locali che ospitano la Lega. Ma è possibile una cosa del genere? È possibile che ci debbano essere 150 agenti a garantire la sicurezza in un paesino dove c’è un pubblico dibattito? Comunque sia, a Roma non ci faremo mettere i piedi in testa. Perché la Lega è sempre stata democratica e lo dimostrano 25 anni di storia, 25 anni di manifestazioni in cui mai c’è stata violenza. Siamo stufi di chi contrasta le idee con minacce, spranghe e insulti».

 «Basta litigi nella Lega, alla gente girano le palle»

«Se litighi, specie in momenti come questi, alla gente girano le palle, è l’ultima cosa da fare in un partito. Essere da tre giorni sui giornali con la Lega che litiga fa girare le palle anche a me», ha poi detto Salvini, tornando sulle polemiche tra Tosi e Zaia. «Tutto è partito quando Tosi ha cominciato a mettere in discussione Zaia e a dire apriamo a Passera o ad Alfano. Io non voglio avere a che fare con Alfano e Passera, è una questione di coerenza. Altra cosa che non sopporto – conclude – è l’accusa di milanocentrismo, che non sta né in cielo né in terra, non esiste proprio e chiunque in Lega lo sa. Io non ho mai messo becco nelle liste. Ma la coerenza non è in discussione».

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