Rivendicò l’attacco a Charlie Hebdo: ucciso da un drone in Yemen (video)

6 Feb 2015 9:23 - di Redattore 92

Un «drone statunitense» ha ucciso il leader spirituale del ramo yemenita saudita di al Qaeda (Aqap), lo stesso che il 9 gennaio scorso in un video ha rivendicato il massacro di Parigi contro la sede di Charlie Hebdo. Lo afferma l’Aqap stessa in un comunicato rilanciato dai media internazionali. Harith bin Ghazi al-Nadhari, e altri tre jihadisti «sono stati uccisi il 31 gennaio» in Yemen. Al-Nadhari era sceso in campo anche contro il “califfo” al Baghdadi, accusato di «tracciare un solco» tra i gruppi jihadisti. Il 9 gennaio, in un video
postato su Youtube, al-Nadhari, aveva rivendicato gli attentati e avvertito la Francia: «Smetta di attaccare l’Islam, i suoi simboli e i musulmani o ci saranno nuove operazioni» terroristiche. Il video, poi rimosso, di 5 minuti e 37 secondi, era stato pubblicato poco dopo la morte dei tre terroristi in Francia ed era intitolato «The Faces succeeded». «Alcuni dei figli di Francia – aveva affermato il responsabile dell’Aqap – sono stati irrispettosi con i profeti di Allah, e quindi un gruppo tra i soldati di Allah ha marciato contro di
loro, a cui hanno insegnato il rispetto e i limiti della libertà di espressione. I soldati che amano Allah e i suoi messaggeri sono arrivati a voi, e loro non hanno paura della morte ma adorano il martirio per la causa di Allah». Una rivendicazione che è stata l’ultima. Si tratterebbe del secondo attacco coi droni sferrato dagli Usa in Yemen dall’inizio dell’anno e da quando il potere a Sanaa è stato preso dagli sciiti di Houthi. L’operazione – hanno spiegato fonti del Pentagono – dimostra la determinazione dell’amministrazione Obama nel continuare la lotta contro i gruppi dell’estremismo islamico nella penisola araba.

C’è davvero al Qaeda dietro l’attentato a Charlie Hebdo?

Esperti e funzionari dell’amministrazione Obama all’indomani degli attentati in Francia avevano manifestato perplessità sulla rivendicazione: le agenzie di intelligence francesi e americane non hanno infatti trovato la prova di contatti diretti avvenuti tra il ramo yemenita-saudita di al Qaeda (Aqap) e i fratelli Kouachi autori dell’attacco. Tuttavia, hanno sottolineato alti funzionari Usa, questo non esclude la possibilità che ci siano effettivamente stati. «Il dubbio è legittimo. È una sorta di mossa di Aqap per dire che l’Isis ci sta facendo le scarpe e dobbiamo fare qualcosa?», ha detto una fonte dell’intelligence Usa citata in forma anonima dal Washington Post.

 

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