Pulcini pestati vivi come uva: quattro indagati, anche un veterinario

3 Feb 2015 13:10 - di Gabriele Alberti

Trituravano vivi i pulcini in un allevamento di polli nel bresciano. Per questa barbarie verso animai giudicati “difettosi”,  la Procura di Brescia ha iscritto nel registro degli indagati i quattro responsabili di un’azienda avicola e un veterinario. La Lav- la Lega Anti- vivisezione che si era eretta “angelo custode” di questi pulcini massacrati – esprime soddisfazione per gli esiti dell’inchiesta e si attende una pena esemplare.

Pulcini “non adatti”

«È più che mai necessario contrastare la violazione dei diritti degli animali, proprio in quegli ambiti economici dove tutto viene considerato normale, come l’allevamento a fini di macellazione o a fini di sperimentazione, come nel caso Green Hill». Quello che avveniva è raccapricciante, da film dell’orrore. Uccidevano i pulcini schiacciandoli con i piedi come si fa con l’uva durante la vendemmia per smaltire più facilmente quelli non adatti all’ingrasso. «La storia di questi pulcini per noi rappresenta molto – dice Roberto Bennati, vice presidente Lav – è il simbolo dell’applicazione del principio di rispetto, almeno, della legge anche e soprattutto nei settori in cui gli animali vengono utilizzati per scopi economici, come fossero prodotti e, non da ultimo, della nostra lotta senza sosta contro maltrattamenti e uccisioni di animali, anche negli allevamenti. Ci attendiamo, per questo, una condanna esemplare che funga da segnale all’intero settore produttivo e agli addetti ai controlli, pubblici e privati».

Nel nome del profitto

L’ecatombe è spesso la prassi negli allevamenti. La quasi totalità dei pulcini maschi negli allevamenti di galline ovaiole, non potendo deporre le uova, viene soppressa alla nascita. Stessa sorte per tutti i pulcini che presentano dei “difetti”, allevati negli allevamenti di polli da carne. L’intervento della Lav nel caso di Brescia ha potuto trarre in salvo migliaia di pulcini. Per questo ora si attende una pena esemplare. Tra i metodi più spietati – ha spiegato la Lav – c’è quello di infilarli ancora vivi in una sorta di tritacarne a lame». Si tratta di un metodo pensato nel nome del profitto, perché le aziende trovano antieconomico dar da mangiare a dei pulcini che diventeranno dei polli.

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