Israele, i giudici ebrei a favore dei palestinesi: demolire le case dei coloni

10 Feb 2015 19:36 - di Redazione

Una tenace battaglia legale intrapresa sei anni fa da agricoltori palestinesi del villaggio cisgiordano di Ein Yabrud (Ranmallah) si è conclus con la loro vittoria quanto tre giudici della Corte suprema di Gerusalemme hanno ordinato la demolizione di nove abitazioni costruite sulle loro terre private da coloni del vicino insediamento ebraico di Ofra. Lo ha riferito la Ong israeliana B’Tzelem, che ha assistito i palestinesi nei loro ricorsi.
La sentenza, secondo questa Ong, non cambia in maniera sostanziale la situazione attuale sul terreno, in quanto in Cisgiordania si sono ormai stabiliti circa 350 mila israeliani. Eppure potrebbe rivelarsi lo stesso molto significativa perchè getta un’ombra su Ofra – “il fiore all’occhiello” del nazionalismo religioso israeliano – perchè in quella colonia molte altre case rischiano adesso di essere demolite. Secondo B’Tzelem, sono state anch’esse costruite su terre private di palestinesi. Il loro status legale non sarebbe diverso da quello delle nove abitazioni condannate alla demolizione. I dettagli della vicenda hanno anche aspetti paradossali.

Tutti gli insediamenti di Israele nei Territori sono illegali

Gia’ nel 2008 – quando le prime ruspe apparvero sul terreno – gli stessi agricoltori si erano rivolti alla giustizia per bloccare i lavori di costruzione. Ma invano. Malgrado le proteste, i coloni portarono avanti la realizzazione dei progetti ignorando ripetute ingiunzioni di istanze giudiziarie. Nei loro confronti la giustizia israeliana si è trovata a lungo con le armi spuntate e solo adesso la estenuante battaglia è arrivata alla sua conclusione.
Agli occhi dei palestinesi e della comunità internazionale si tratta peraltro di un episodio circoscritto in quanto – viene spesso affermato – tutti gli insediamenti israeliani nei Territori sono stati edificati in contrasto con il diritto internazionale. I dissensi di fondo sono tornati ad emergere anche quando il leader del partito nazionalista Focolare ebraico, Naftali Bennett – un eloquente sostenitore del movimento dei coloni – ha incontrato a Gerusalemme 26 ambasciatori europei, fra cui quello italian.
Con loro Bennett s è lamentato delle pressioni economiche europee su Israele volte ad ottenere una moratoria delle attività di colonizzazione per facilitare il processo di pace.
«Voi ci sospingete al suicidio», si è lamentato. Dall’Europa, ha aggiunto, Israele si attende al contrario aiuti vigorosi in quanto lo Stato ebraico «è la forte diga di fronte al grande fiume del terrorismo» di matrice islamica. Non una parola, però, sull’oppressione che i palestinesi sono costretti a subire da parte di Israele.

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