«Berlusconi in galera e buttiamo la chiave»: il delirio del grillino Vacca

20 Feb 2015 18:12 - di Guglielmo Federici

Ecco il classico esempio dell’imbarbarimento dello scontro e del lessico politico. A darne prova è  Gianluca Vacca deputato del M5S in un’intemerata contro Silvio Berlusconi: «È un essere riprovevole, che dovrebbe essere chiuso in una cella per poi buttare la chiave». I pentastellati ci hanno abituato ai modi scomposti del loro fare politica, alla violenza verbale che senza dubbio svilisce ogni tipo di dibattito:

Insulti a Berlusconi, che noia

Inizia lo sproloquio contro Berlusconi sul suo profilo Fb: «Le notizie sul pregiudicato di Arcore – scrive su Fb Vacca – ormai passano quasi inosservate, sia perché ci sarebbe da vergognarsi del fatto che l’abbiamo avuto premier per 15 anni circa, sia perché il suo figlioccio lo ha riabilitato addirittura come padre costituente. Anzi prostituente, visto che questo arzillo vecchietto continua a pagare le simpatiche donnine protagoniste del Bunga Bunga. Peccato che le avvenenti ragazze siano anche testimoni del processo… Corruzione? Prostituzione? O entrambe?». Sembra un copione da cabaret di bassa lega. Contro Berlusconi anche il Daniele Luttazzi dei “bei tempi andati” avrebbe potuto fare di meglio…

La deriva del M5S

Non si accontenta Vacca e per avere due secondi di noterà in più, fa seguire la stilettata più dura, ma anche la più ridicola contro Berlusconi.. «Questo essere riprovevole – scrive Vacca – che ha notevolmente contribuito alla rovina del nostro paese governando solo per i propri interessi, amico di mafiosi, dovrebbe essere chiuso in una cella per poi buttare la chiave. O in alternativa potremmo mandarlo in Libia a baciare le mani ai nuovi governanti». Battute insipide, tra l’altro. Ora si capisce il declino -sempre più evidenziato dai sondaggi – del Movimento di Grillo. L’esasperazione del linguaggio e dei modi, in aula e fuori dall’aula, sembra la carta della disperazione giocata da chi in maniera esasperata voglia  “guadagnarsi” la ragione sociale per la quale hanno preso voti degli italiani, che purtuttavia li stanno “mollando”: esasperare i toni per far vedere che il Movimento è ancora lì a vigilare. Su  cosa non si sa, perché  a forza di urlare di essere i moralizzatori stanno solo accelerando la deriva morale della nostra democrazia.

 

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