I quotidiani del 18 febbraio visti da destra. Dieci articoli da non perdere
La questione libica è sempre presente sulle prime pagine di oggi, mercoledì 18 febbraio, con numerosi articoli di scenario e approfondimento. Grande spazio anche per la trattativa tra Atene e Bruxelles. In primo piano, poi, troviamo gli incontri con le opposizioni del nuovo capo dello Stato Sergio Mattarella e i pagamenti in nero a politici e vip confessati dal patron del premio Grinzane.
1) “In Libia serve il negoziato, no ai raid” (Corriere della sera, p. 5)
Fabrizio Caccia intervista il capo di stato maggiore della Difesa, l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Per il quale “le armi migliori al momento si chiamano diplomazia e consiglio di sicurezza dell’Onu”. E a proposito della coalizione anti-Isis che si riunisce oggi a Riad l’ammiraglio sostiene che l’obiettivo primario è sradicare l’Isis dall’Iraq, epicentro del Califfato.
2) Il ministro Pinotti va alla guerra. Quella dei bottoni (il Giornale, p. 1)
Nel suo editoriale Vittorio Feltri sottolinea la debolezza bellica dell’Italia. La tesi di Feltri è la seguente: abbiamo pressoché azzerato i nostri apparati offensivi e difensivi. Il ministro Pinotti al massimo darà battaglia in merceria perché l’Italia è un paese che non riesce neanche a intimidire gli scafisti, figuriamoci i fondamentalisti. Un atteggiamento psicologico che è il frutto della delega della sicurezza nazionale agli Usa.
3) #lavoltachenonsischerza (Il Foglio, p.1)
Giuliano Ferrara suggerisce al premier Renzi di “ridimensionare” l’ossessione per la legalità internazionale e di non confidare troppo nella copertura delle risoluzioni Onu: “Non sempre si può dipendere, nella tutela degli interessi di sicurezza e degli interessi nazionali in Occidente e nel Mediterraneo, dalla calibratura di equilibri diplomatici che spesso si cercano e non si trovano in una disperata lotta contro il tempo e contro i veti”.
4) Arrivano 4800 soldati, più protezione per Expo 2015 (la Repubblica, p.3)
Alberto Custodero dà conto del piano del Viminale che prevede l’utilizzo di 4800 militari in operazioni di controllo del territorio, 600 solo per Expo 2015. Vi è inoltre un nuovo elenco di personalità pubbliche da proteggere, esposte al rischio di “rappresaglie terroristiche”: tra questi anche famosi giornalisti ed esponenti della comunità ebraica.
5) Diecimila sbarchi in un mese e mezzo. Boom per il business degli scafisti (La Stampa, p. 2)
Guido Ruotolo spiega perché la questione dell’immigrazione è diventata una questione di sicurezza nazionale. Gli interessi delle mafie che organizzano il flusso di disperati si “sposano con la necessità delle milizie di fare cassa, di creare moneta per pagare gli stipendi ai miliziani”.
6) “Così pagavo in nero politici e vip di sinistra” (Libero, p. 1)
Libero sceglie di aprire con le rivelazioni del patron del premio Grinzane Cavour Giuliano Soria che chiamano in causa vip e politici, in particolari assessori del Pd. Sull’ex presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, Soria dice che usava il Grinzane per le sue attività di relazione: molte manifestazioni sarebbero state organizzate soltanto per compiacere lei e il marito. Accuse di avere partecipato alla mangiatoia del Grinzane anche ad attori famosi come Giancarlo Giannini, Isabella Ferrari, Michele Placido e Stefania Sandrelli. Indice puntato anche contro Alain Elkann: “Ha preteso di venire a New York insieme alla moglie – accusa Soria – un viaggio da 13mila euro. Elkann era sempre lì a cercare di accaparrarsi qualcosa”.
7) La destra romana in fila da Salvini (Il Tempo, p.9)
Daniele Di Mario ci informa sui preparativi per la manifestazione promossa da Matteo Salvini per il 28 febbraio a Roma. Salvini scommette sul numero di centomila persone: “Piazza del Popolo deve ribollire di persone per bene”. Timori di disordini per l’iniziativa dei centri sociali che stanno chiamando a raccolta i loro militanti per la contromanifestazione “Salvini Roma non ti vuole”. A piazza del Popolo ci saranno, oltre alle leader di FdI Giorgia Meloni, molti ex An, tra cui Barbara Saltamartini con il marito Pietro Di Paolo, entrambi ex Ncd.
8) Morire pregando Gesù (Avvenire, p. 4)
Marina Corradi commenta il sacrificio dei ventuno cristiani copti uccisi dall’Isis morti, come ha riferito il vescovo di Giza osservando le labbra dei condannati negli ultimi istanti, pronunciando il nome di Gesù Cristo. Un labiale che gli assassini non avevano previsto, che ha rovinato il loro piano propagandistico, e che ci dice della grandezza delle vittime che i terroristi avrebbero voluto travolte nel torrente di sangue che sale dai poveri corpi degli uomini trucidati.
9) Crisi M5S, il blog di Beppe in picchiata: mai così pochi clic (il messaggero, p.9)
Stefania Piras racconta di quanto sia “emaciato” il blog del leader del M5S, già vitale fucina di iniziative politiche, che un tempo figurava accanto a colossi come Bbc e Cnn e che ora è precipitato al posto numero 171 in Italia e al posto 7495 nel mondo. Sono ormai lontani i tempi in cui il sito di Grillo era il primo in Italia: oggi il traffico è dimezzato, 2,2 milioni di visite contro i 5 milioni dello scorso giugno.
10) Il salto nel buio di un’uscita della Grecia (Il Sole 24 Ore, p. 3)
Adriana Cerretelli commenta la trattativa tra Atene e l’Europa sottolineando che non conviene scoprirsi sul fianco orientale del Mediterraneo “proprio quando ribolle il grande arco della crisi dal medio Oriente al Nordafrica”. Tsipras però “non può illudersi di vincere andando da solo all’arrembaggio per smontare il sistema-Europa. Può sperare in limitate concessioni solo negoziando con molto realismo. E garantendo la credibilità dei suoi impegni”.