Fini contro la Meloni: «Una delusione». Isabella Rauti: «Sei ingiusto»

24 Feb 2015 15:29 - di Giacomo Fabi

La destra s’interroga, discute e – come le capita ormai spesso – litiga. Ad innescare la polemica, questa volta, è un’intervista di Gianfranco Fini a Repubblica in cui l’ex-leader di Alleanza Nazionale definisce «deserto dei tartari» il vuoto politico in cui – a suo giudizio – si dibatte la destra. E’ un campo, quello una volta occupato da An, oggi conteso dalla Lega, «con l’aggiunta della costola Giorgia Meloni, sempre più mascotte di Salvini», e Forza Italia. La prima, però,  – è sempre Fini che parla – configura «una destra minoritaria per vocazione che si nutre di due spettri, di due paure: l’immigrazione e l’Unione europea» mentre la seconda, «il grande club Forza Silvio», risulta tuttora «piegato agli interessi e agli umori quotidiani di Berlusconi».

«A destra c’è il deserto dei tartari»

Tutt’altra cosa è invece la destra vagheggiata da Fini, «maggioritaria, di governo, anche quando è all’opposizione». L’ex-presidente della Camera esclude tuttavia che il vuoto a destra resti tale per sempre. «Ma si deve partire dalle idee, non dai vertici tra ex colonnelli». Quanto ad un suo ritorno nella politica attiva, Fini fa sapere che «se lo vorranno, darò il mio contributo per una forza di programma non minoritaria alla Salvini o piegata ai voleri del capo». E la leadership? «Il nuovo leader della destra deve ancora emergere». Nella coda, il veleno: «Giorgia Meloni è stata una delusione» mentre quello di Salvini «è lepenismo d’accatto».

Gasparri: «Fini non ha voti»

Parole forti, che non potevano passare inosservate. E infatti accendono subito la miccia. A favore di Giorgia Meloni interviene Isabella Rauti, portavoce nazionale del movimento Prima l’Italia e componente dell’esecutivo di Fdi-An, «Mi sembra ingiusto politicamente e umanamente – spiega – attaccarla nel momento in cui è l’unica insieme a Matteo Salvini che cerca di costruire un’opposizione reale allo strapotere di Matteo Renzi». Per la Rauti, «la costruzione di un grande polo di destra è un progetto complesso e articolato che deve rispettare le identità e le opinioni di tutti. Ma il punto di partenza non può non essere una forte alternatività al centrosinistra, fuori dai compromessi di potere e da ogni forma di patto del Nazareno». Lapidario, infine, Maurizio Gasparri nel rispondere a Maurizio Belpietro sul ritorno in politica dell’ex-leader di An: “Che Fini abbia qualche interesse è possibile, ma un suo ritorno lo vedo impossibile perché non ha voti”.

 

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