Eur, ora anche il Fungo perde pezzi. E il Comune se ne lava le mani
Per l’Eur non c’è pace. Non c’è immagine più desolante del pannello di circa quattro metri quadrati che è crollato, da un’altezza di 60 metri, dal cosiddetto Fungo, uno dei simboli del quartiere, per fotografare il momento di crisi di un quartiere modello, simbolo della Città Eterna, non sufficientemente monitorato e lasciato, tra l’altro, alla libera vendita per fare casa.
Eur, il Fungo si sfarina
Alla probabile vendita dei palazzi più prestigiosi dell’architettura razionalista, alla trasformazione del quartiere in un luogo “a luci rosse”, si aggiunge ora il Fungo che perde pezzi. Siamo alla frutta. Fortunatamente non ci sono stati feriti, i vigili hanno transennato e messo in sicurezza la zona.La struttura è stata costruita per i Giochi Olimpici del 1960 in funzione di serbatoio d’acqua: pescata dal Laghetto, viene immessa nella rete antincendio e di irrigazione per i parchi della zona. L’edificio è stato realizzato con una particolarissima struttura in cemento armato contenente un serbatoio di 30 metri di diametro, in grado di contenere 2.500 metri cubi d’acqua.
Giovedì la protesta
Desolante riflettere che mentre ciò accadeva, il presidente di Eur spa, Pierluigi Borghini, annunciava che «il cda ha deciso di inviare una lettera ai ministri per cercare di chiarire. Abbiamo dato tempo fino al 27 per decidere l’eventuale cessione dei beni». I sindacati, che annunciano per giovedì una manifestazione di protesta, intervengono, tra disperazione e incredulità: «Si preferisce finanziare per 300 milioni un fondo pubblico come Invimit (istituito dal Mef), invece di ricapitalizzare Eur spa con 133 milioni. Tale operazione (Stato su Stato) determinerà per Eur spa una riduzione di 20 milioni l’anno di ricavi. Questo metterà a rischio 120 posti di lavoro ». Il quadro si completa con la scelta del Campidoglio: cedere la propria quota. Da Marino non potevamo aspettarci né colpi d’ala tantomeno assunzioni di responsabilità.