Carceri, identificati 16 agenti per gli insulti su Fb al detenuto suicida

19 Feb 2015 15:09 - di Redazione

Terremoto tra il personale che lavora nelle carceri: dopo gli insulti via Facebook a un detenuto suicida da parte di agenti della polizia penitenziaria «ho firmato 16 provvedimenti cautelari di sospensione e ho concordato con il direttore del personale l’avvio del procedimento disciplinare». Così il capo del Dap Santi ConsoloIl capo del Dap non è entrato nel dettaglio delle possibili sanzioni per gli agenti, decisione che non compete a lui, perché come ha spiegato «sarà un organo terzo a decidere sulle sanzioni disciplinari». «Non si tratta – ha aggiunto il ministro della Giustizia Andrea Orlando, che insieme a Consolo ha tenuto una conferenza stampa – di un organo ad hoc, ma di una commissione disciplinare che interviene nel caso di rilievi».

Tra i 16 agenti anche rappresentanti sindacali

Il regolamento di polizia penitenziaria presuppone che anche fuori dal servizio si debbano tenere comportamenti consoni al ruolo e al dovere istituzionale che si svolge. Rispetto alla possibilità che nei comportamenti degli agenti possa esserci un rilievo penale e che possa essere contestato il reato di istigazione al suicidio, Consolo si è limitato a specificare che queste sono valutazioni che spettano ai magistrati. Quanto al fatto che tra i 16 agenti per cui è partito il provvedimento di sospensione ci siano anche appartenenti a organizzazioni sindacali del Corpo, Consolo ha precisato che gli accertamenti in questo senso sono appena iniziati e ancora in corso. «Apprezziamo la tempestività del Dap ma un provvedimento seppure in via cautelare di sospensione ci sembra eccessivo: se questa è la nuova metodologia del Dap nel perseguire le inefficienze ci aspettiamo provvedimenti esemplari anche per i tanti, troppi dirigenti e comandanti che hanno dimostrato di non essere capaci e hanno arrecato danni all’amministrazione penitenziaria». Lo afferma il segretario del sindacato Uilpa penitenziaria Eugenio Sarno.

Gli insulti partiti via Facebook

Sulla sua pagina Facebook, l’Alsippe, acronimo di Alleanza sindacale polizia penitenziaria, ha ospitato commenti feroci (poi cancellati) di sedicenti agenti della Polpen a proposito del suicidio di Ioan Gabriel Barbuta, che si è tolto la vita nel carcere milanese di Opera, dove si trovava in seguito a una condanna in appello all’ergastolo da parte della Corte d’assise di Venezia per aver ucciso, nel giugno del 2013, un vicino di casa durante una rapina finita male. «Un rumeno in meno», «speriamo abbia sofferto» sono i commenti che li sintetizzano tutti, mentre qualcuno che ha provato a essere più riflessivo ha scritto: «Lavora all’interno di un istituto. Sono solo extracomunitari. Per fare questo mestiere devi avere il core nero».

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