Buttafuoco e il catalogo dei “centridestri”, tra politici, patonza e Dudù

27 Feb 2015 12:34 - di Redazione

Pietrangelo Buttafuoco, sul “Fatto Quotidiano”, si diverte a catalogare “tutti i centrodestri” in un ironico catalogo dei “distrutti e degli scomparsi (sebbene viventi), con un sottotitolo: «Un’epopea finita in malinconia, dal cuoco Michele all’esule Ostellino, da Umberto Smaila alla patonza che non gira più»

«Disgraziatissima fu la ventura del destrocentrismo in Italia e perciò qui di seguito si provvede a dare aggiornamento di sbrigativo ma sempre più urgente catalogo di donne, uomini, epiche e financo località. Per non dire dell’epoca tutta, giammai approdata al trionfo per poi cadere, ma alfine conclusa nella trista malinconia», è l’irriverente introduzione di Buttafuoco nell’articolo ripreso da diversi siti Internet.

ALEMANNO GIANNI. Uomo delle nevi. Raggiunto un primato – essere il peggiore sindaco mai visto a Roma – l’ha perso subito. Superato da Ignazio Marino (destrutto).

ALFANO ANGELINO. Il fu quid. Sotto la doccia canta: “Se te-le-fo-nan-do io potessi dirti basta, te lo direiiii…”. Canta sempre e non vuole uscire mai dal box. E al Viminale lo aspettano (destrutto).

ALMIRANTE ASSUNTA. Imperatrice madre. Ha detto: “Non c’è più la destra, c’è solo il tesoretto” (indestruttibile).

ANCELOTTI CARLO. Allenatore. “Manca al Milan”. E si vede (destrutto). Un po’ come, nelle rievocazioni di Pinuccio Tatarella, ministro dell’Armonia, quando si dice sempre: “Manca al centrodestra”. E si vede.

ANTIGUA. Isola delle piccole Antille. Silvio Berlusconi ha detto: “Sapete che vi dico? Me ne vado nella mia meravigliosa casa ad Antigua e vi saluto tutti”. Non è scontato che gli venga restituito il passaporto.
Ad albero caduto capita addosso l’accetta.

APICELLA MARIANO. Musicista. L’ultima volta è stato avvistato a Napoli, nello slargo antistante l’Hotel Vesuvio. Cantava: “Dov’è Francesca?”. Stava posteggiando (scomparso).

BABY, ROYAL. Premier. Ebbene sì, l’erede di Berlusconi è Matteo Renzi (decostruito).

BALDELLI SIMONE. Onorevole & imitatore. Berlusconi lo convocava nottetempo a palazzo Grazioli (vedi voce) per chiedergli di fare l’imitazione di Tremonti davanti a Giulio Tremonti (vedi voce). “Io”, diceva l’ex ministro delle Finanze, non senza sprezzatura, “imito meglio me stesso” (scomparso).

BENEDETTO XVI. Papa (scomparso). “Doveva esportare la democrazia nel mondo e, invece, ha fatto entrare un Papa buono al più per importare il Califfato”. Vedi Renuntio Vobis (Sergio Claudio Perroni, Bompiani).

BERLUSCONI SILVIO. Royal Cav. Ebbene sì, il padre della patria renziana è lui (decostruito).

BONDI SANDRO. Poeta. A Segrate, in Mondadori, così è stato scolpito: “Le Muse, grate, posero” (scomparso).

BONAIUTI PAOLO. Fu portavoce. Pitta i capelli con una tinta arancione, tipo color “stappa un Crodino”. Solo che nella tavernetta delle cene eleganti, ohibò, venivano serviti esclusivamente i Sanbitter (scomparso).

BRAMBILLA MICHELA VITTORIA. Animalista. Tendenza canista: “Bau, bau”. Dudù, a suo tempo, le ringhiava contro (scomparsa).

BRUNETTA RENATO. Professore. Gli amici ne soffrono: “Berlusconi lo tiene, Renzi lo picchia” (indistruttibile).

BUTTIGLIONE ROCCO. FILOSOFO. “È l’unico che può cantarle chiare a Sergio Mattarella”. Non è il colonnello (scomparso).

CASINI PIER FERDINANDO. Riserva della Repubblica. “Successe che non successe. Ma lui spera che un giorno accada” (destrutto).

CATTANEO ALESSANDRO. Fu lo Scavolini dei sindaci: “II più amato degli italiani”. A Pavia non venne però rieletto. Carino, va in tivù. In piena moda di rottamatori si fece formattatore. Restò impigliato, anzi, inciampò – a suo tempo – nel collare di Dudù (destrutto).

CARFAGNA MARA. Fu il più bei ministro del mondo. Bella, è sempre bella, ma non suona più il pianoforte. Il Cerchio Magico (vedi voce) le fa ostracismo. Destrutta.

DORIS ENNIO. Mediolanum. È l’ultimo democristiano rimasto berlusconiano. L’ultima raffica assicurativa (scomparso).

DUDÙ. Barboncino. Dopo Marinella Brambilla, la segretaria. Dopo il cuoco, il famoso Michele (vedi voce). E dopo il maggiordomo, Alfredo Pezzotti, anche il canuzzo di Silvio Berlusconi ha fatto perdere le tracce. E, con lui, anche Francesca Pascale (scomparsi!).

FEDE EMILIO. Giornalista. “Vorrebbero proprio farlo sparire” (destrutto).

FISICHELLA DOMENICO. Detto Mimmo. Tutti lo confondono col monsignore. Al capezzale di mamma Rosa, sbagliando, chiamarono lui e non il sacerdote. Erano giorni di preparazione delle liste e lui arrivò fino a Milano. Senza aspersorio.

FITTO RAFFAELE. Ricostruttore. Dice il saggio: “Non tutti i pugliesi sono fittiani, tutti i fittiani sono pugliesi”. Dudù, a suo tempo, gli ringhiava contro. Fu più che un presagio (destrutto).

G8. Vertice del G8 a L’Aquila. Il 6 luglio 2009 Berlusconi fa irruzione nel capoluogo abruzzese per controllare personalmente tutti i dettagli prima dell’apertura. Comincia dalla stanza destinata a Barack Obama. Si distende a terra per osservare al meglio l’affresco. C’è un puttino. Ha un cosino decisamente piccolo, Berlusconi fa una smorfia, si alza e da precise disposizioni: “Allungatelo. Non voglio che Barack si senta a disagio nel confronto”. Degno di Walter Matthau.

GARDINI ELISABETTA. Fu portavoce di Forza Italia. “Sapeva tutto del Darfur” (scomparsa).

GALLIANI ADRIANO. È il Milan. Nel frattempo che arriva in tribuna, allo stadio, si dice sempre: “Avesse trent’anni di meno…”. Nel frattempo è arrivata Barbara (destrutto).

GIOVANARDI CARLO. Crociato e cristiano. Bravissimo. “A trascinarsi dalla ragione che ha al torto che non ha” (destrutto).

GRAZIOLI PALAZZO. Sito in via Plebiscito, a Roma. La fermata del bus è stata ripristinata: “Se non è un segno questo…”.

LA RUSSA IGNAZIO. Fu ministro della Difesa. Ha confidato a un amico: “Ma ti pare normale che avere degli uomini in uniforme, in casa, devo fare gli schiamazzi?” (destrutto).

LETTA GIANNI. Riserva della Repubblica. “Mattarella è santo che non suda. Ha già in mente Mario Cervi. Tutto farà, infatti, tranne che nominare senatore a vita, Gianni…”. (destrutto).

LUCINA PIAZZA DI SAN LORENZO. A Roma, pochi metri da via del Nazareno. C’è la sede di Forza Italia. “Gli ultimi sei mesi d’affitto non sono stati pagati. Se non è un segno questo…”.

LUPI MAURIZIO. Vice-Quid di Angelino Alfano. Prende il microfono e non lo cede. Aspetta ancora che Berlusconi gli affidi la conduzione di Colorado Cafè (destrutto).

LUXURIA WLADIMIR. Rovinata da Francesca Pascale. Il selfie con Dudù e Berlusconi le ha chiuse le porte della rispettabilità. Per sempre (destrutta).

MAGICO CERCHIO. Cerchia ristretta. Ma è solo il primo cerchio: “Altro che Badante, Berlusconi parla solo con Fedele Confalonieri e con Gianni Letta”. Ci fu anche quello di Umberto Bossi. “Va di moda, di magico, solo il Giglio” (destrutto).

MARTINO ANTONIO. Liberale. È tessera numero 2 di Forza Italia: “.. .e ancora non si da pace” (destrutto).

MATACENA, IADY. Chiara Rizzo. Bella come una maliarda. “A sua insaputa Scajola la saluta” (destrutta).

MINETTI NICOLE. È su tutti i giornali: “AAA cercasi studio odontoiatrico (destrutta)”.

MUSSOLINI ALESSANDRA. Figlia d’arte. Si è data alla pittura “come il papa, Romano”. Prossimamente si misurerà nel jazz (destrutta).

MINZOLINI AUGUSTO. Direttorissimo. “Milita nel torto a buon ragione”. Allunga la lista dei rovinati da Berlusconi (destrutto).

ONNA. 25 aprile 2009. Silvio Berlusconi era nel momento di più alto consenso. “Quanto gli poté portare sfiga quel fazzoletto da partigiano al collo…”. L’indomani, per Silvio Berlusconi, cominciò il balletto di Noemi Letizia.

OSTELLINO PIERO. Esule. Perseguitato dal Corriere della Sera. Dire con convinzione: “Dopo le ultime lettere di Jacopo Ortis, i suoi editoriali fanno antologia” (scomparso).

PASSERA CORRADO. “Ha una bellissima moglie”. E nulla più (destrutto a prescindere).

PATONZA. “Non gira più” (scomparsa).

PERA MARCELLO. Ebbene sì, c’era anche Marcello Pera (e con lui Lucio Colletti, Giorgio Rebuffa, don Gianni Baget Bozzo e Piero Melograni). Filosofo, fu presidente del Senato (scomparso).

POMPA PIO. Agente segretissimo. I servizi che furono (svaporato). P

PREVITI CESARE. Ray-ban. “Ebbene sì. Previti”. Deluso & traslocato. Nell’Ncd (sparito).

PERSECHINI MICHELE. Il fu cuoco. La nemesi: “Ora cucina tutto con l’Faglio” (scomparso).

QUAGLIARIELLO GAETANO. Scienziato della politica. Ha sostituito l’altarino di Lavezzi con quello di Higuain. ma in fondo in fondo tifa ancora per Silvio Maradona (destrutto).

ROSSI MARIA ROSARIA. Badante. “Ahò, e chi l’ammazza a quella? È de Cinecittà…” (indistruttibile).

SANTANCHÉ DANIELA. Detta Dani. Ospite ideale in tivù, è l’evoluzione di Aboccaperta. “Memorie del talk show”. Questa estate sarà la protagonista di Techetechetè (destrutta).

SCHIFANI RENATO. Statista. Torna capogruppo. “Riporti e riportini storici” (scomparso).

SCILIPOTI DOMENICO. Detto Mimmo. Responsabile. Più che da Antonio Razzi è appannato dall’intero gruppo parlamentare Ncd pronto a saltare con le quaglie. O con Matteo, o con l’altro Matteo, fa lo stesso (destrutto).

SMAILA UMBERTO. Intrattenitore. Non ci crederete ma Silvio, prima di scendere in campo, ci pensò spesso: “II partito dei moderati, fallito il tentativo con Mario Segni, avrebbe potuto farlo Smaila” (scomparso).

TOTI GIOVANNI. Successore di Angelino. Berlusconi è rassegnato: “Non gli riesce di dimagrire” (destrutto).

TWIGA. Lido, Forte dei Marmi. Flavio ci spera: “Maria Elena ha promesso di venire in estate”. E però porta i bimbi del Congo in colonia marina. E si farà fare tante treccine (destrutto).

TREMONTI GIULIO. Genio. “È rimasto a giocare a scacchi contro se stesso”. Vero. Ma ogni volta ripete: però, che bravo il mio avversario… (scomparso).

VERDINI DENIS. È la Mandragola. Tanto andò col Royal Baby per il Royal Cav. da ritrovarsi abbandonato e maciullato. “Nelle mani di Renzi, Denis, poverino, rischia di fare la fine di Lapo Pistelli” (destrutto).

 

Commenti