Lo strano caso delle foto di Carminati: nessuna recente, solo d’archivio
È da tempo che la domanda ci frulla in testa. Come mai nessuno pubblica una foto, successiva all’arresto, del volto di Massimo Carminati? Nulla su stampa e tv. E nemmeno tra i motori di ricerca, Google in testa: semplicemente non la si riesce a trovare una foto contemporanea del viso del Carminati. Magari quella scattata in caserma, di fronte e di profilo, subito dopo il suo arresto. Nossignori. Niente da fare. Quella più gettonata, quella che tutti hanno pubblicato e continuano a pubblicare, è infatti una risalente ad almeno trent’anni fa. Una foto d’archivio, che ritrae un giovane Carminati con benda all’occhio sinistro, capelli neri, barba accennata, mascelle serrate. E soprattutto uno sguardo deciso, da duro. Una foto che ben si confà alle gesta criminali testé narrate. E che perciò pone qualche quesito. In primis sulla qualità della nostra informazione. E dell’arcano di un fatto a prima vista inspiegabile.
Nessuno si è chiesto il perché
Se, ad esempio, Sophia Loren vince un premio alla carriera, se Maradona riceve un omaggio per quel che fu il suo estro pallonaro, se Totò Riina accumula un’ennesima condanna, è certo che giornali e tv ne pubblicherano la foto più recente e magari anche qualcuna dei bei tempi andati. Nel caso di Carminati questo non è accaduto. Per lui, criminale incallito noto all’universo mondo, tra i capi della famigerata banda della Magliana nonché dominus, a quanto scritto, della “Mafia Capitale“, si utilizzano solo foto d’archivio. Ed in particolare quella che abbiamo descritto. Della quale l’Ansa fa addirittura una “combo“, unendola a quella del procuratore capo di Roma dr. Pignatone e che noi oggi pubblichiamo: il criminale immortalato in una foto di trent’anni fa e il procuratore in una recentissima. Cosa oltremodo singolare. Tanto più che nessuno sembra ci abbia fatto caso. Nessuno che si sia chiesto il perché. Ecco, noi ce lo siamo chiesto. E ci siamo pure dati una risposta. Ovviamente, politicamente scorretta.
Evidenziare il pathos criminale
Che cioè la foto odierna del Carminati non sarebbe in grado di spiegarne al grande pubblico l’enormità delle accuse. Insomma, sarebbe una foto che non rende. Non tale da evidenziare il pathos criminale né giustificare fiumi di inchiostro e ore di materiale girato. Perché neppure si avvicina alla narrazione in voga delle gesta criminali, della riproposta fiction televisiva (il “Nero” del “Romanzo Criminale” targato Sky) e dei possibili nuovi episodi in programmazione. Perciò, per rendere anche visivamente credibile la mostruosità del personaggio, è meglio che ad illustrarlo sia quella vecchia foto d’archivio. Foto che incute il giusto timore e che spiega più di tante parole. Sarebbe del resto difficile, se non impossibile, credere alla quasi illimitata potenza criminale di Carminati Massimo, di questo demonio assetato di sangue e mazzette, se lo si dovesse vedere ritratto canuto, smagrito e un po’ dimesso. Già, chi mai ci crederebbe?