Se scrivi su un muro sei imbecille: parola del Pd. Ma se fai graffiti…

12 Gen 2015 18:54 - di Gabriele Alberti

«La prossima volta, manda un messaggio su whatsapp, imbecille». C’è da cadere dalla sedia. È il ruvido consiglio che proprio non t’aspetti, se a darlo è il sindaco di sinistra di Bari, Antonio Decaro, a un anonimo innamorato barese che ha impresso su un muro della città il suo tenero, disperato sfogo all’indirizzo della sua ex: «Vorrei dimenticati ma non riesco». Nulla di male, nulla di insultante, nulla di particolarmente invasivo. L’insulto «imbecille» è grottesco, esagerato, isterico. Qualcosa non torna nella visione dell’arte “di strada”della cultura radical-chic che ha sempre tutelato e promosso i murales, la cosiddetta Street Art, al punto che in molti comuni c’è un apposito regolamento per iscriversi a un “Albo” che consente di imbrattare metropolitane, mura cittadine, scuole,  vie del centro e della periferia: “coloriamo le città, coloriamo le periferie” è lo slogan con cui la sinistra ha sempre fatto da Mecenate a queste forme espressive che sono diventate sempre più invasive, sempre più onnipresenti anche i luoghi meno opportuni. E ora il povero poeta d’amore che non riesce a dimenticare la sua amata, è un imbecille che dovrebbe affidarsi a un freddo messaggio su whatsapp?

Quante contraddizioni nel Pd

Il “contrordine” fa un po’ ridere, dopo contenziosi che hanno tenuto banco tra il centrodestra che richiamava a un maggiore decoro nelle città e il centrosinistra che invece si faceva paladino dei “writers”. Oggi ci ripensano senza senso della misura tra una semplice scritta e intere mura imbrattate. Successe a Milano dove, dopo tante polemiche contro l’ex vicesindaco di centrodestra Riccardo De Corato, che della lotta ai writers aveva fatto una missione, adesso anche il centrosinistra è corso ai ripari: Ripulire i muri imbrattati ha un costo altissimo per le casse del Comune. Che tempo fa ha dichiarato guerra legale ad una banda di sei graffitari tra i 19 e 24 anni.

Insulti per l’innamorato

Il sindaco Decaro non ha prorpio pietà e interpreta questo cambio di passo culturale alla lettera, è il caso di dire. Si legge nella scritta del povero amante abbandonato: «Vorrei viverti avendoti accanto ma un cuore solo non può costruire una storia…Per questo ti chiedo, vuoi sposarmi?». Risposta dell’insensibile sindaco: «Anche noi vorremmo dimenticarci di te, ma non ci riusciamo – scrive Decaro su Fb – perché siamo costretti a leggere il tuo messaggio che insozza le mura della nostra casa». Si scatena l’inferno contro quattro parole disperate e si tollerano come arte interi quartieri snaturati e imbrattati. Fare pace con se stessi ( e il proprio cervello) sarebbe cosa buona e giusta.

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