New York, morto l’ex governatore Cuomo. Non credette mai al “Padrino”
Mario Cuomo, l’ex governatore dello Stato di New York scomparso all’età di 82 anni nella sua casa di Manhattan, non credeva alla mafia, o almeno così diceva, e solo l’anno scorso aveva visto Il Padrino. «Forse questo film è un capolavoro», aveva ammesso suo malgrado l’italo-americano nato nel retrobottega della piccola groceria aperta a Queens dai genitori Immacolata e Andrea Cuomo, emigrati analfabeti dal salernitano. Nel 1972, quando uscì il primo film di Francis Ford Coppola, Cuomo aveva rispedito al mittente l’invito dell’allora sindaco John Lindsay. E così per decenni: l’uomo politico americano più amante della dialettica in molte generazioni si era sempre rifiutato di vedere la saga della famiglia Corleone, né aveva mai letto il romanzo di Mario Puzo che l’aveva ispirata. Questa sfida all’evidenza aveva uno scopo: demolire lo stereotipo che tutti gli italiani d’America fanno parte di Cosa Nostra. «Mi dite che la mafia è un’organizzazione: vi dico che è un sacco di palle», aveva proclamato nel 1985 dopo l’assassinio del boss Paul Castellano fuori da una steak house di Midtown.
Non corse mai per la Casa Bianca
Di questo stereotipo lo stesso Cuomo aveva fatto personalmente le spese: «Quando non mi presentai alle presidenziali nel 1992 si trovarono due giustificazioni: che ero legato alla mafia o che avevo il cancro. Nessuno disse che avevo un’amante bionda di 28 anni». Ed è cosi che alla proiezione del Padrino, nel cineforum della Fordham Law School, Cuomo aveva ammesso che il film di Coppola era grande, ma solo per la parte artistica. L’ex governatore aveva continuato a stigmatizzare pellicole come Quei bravi ragazzi di Martin Scorsese o programmi tv come The Sopranos che mandano «l’orribile messaggio degli italo-americani che prendono la legge nelle loro mani per farsi giustizia da soli». Mario Cuomo fu governatore democratico dello Stato di New York eletto per tre mandati. Come capita in molte famiglie americane, anche i Cuomo si tramandano la carica: proprio giovedì il figlio Andrew aveva giurato per il secondo mandato da governatore di New York. L’altro figlio Chris Cuomo (sono cinque fratelli) è uno degli anchorman di punta della Cnn. Primo italoamericano a ricoprire l’incarico, Mario Cuomo era stato ricoverato in ospedale a novembre per un problema cardiaco e dimesso il mese dopo. A dare la notizia della sua morte sono stati i suoi familiari e amici.
Le condoglianze di De Blasio e Obama
«New York perde un gigante», ha twittato il sindaco della Grande Mela Bill de Blasio, suo compagno di partito. «Era un campione determinato di valori progressisti, una voce risoluta per la tolleranza e l’equità», ha detto il presidente Usa, Barack Obama, altro compagno di partito. Eletto tre volte governatore, si candidò per la quarta volta, ma perse contro il repubblicano George Pataki, sul tema della pena capitale, alla quale Cuomo si diceva contrario come cattolico. Il fatto di non essersi mai candidato alle presidenziali rimane l’enigma centrale della sua carriera. Una curiosità: quando nel 1977 si candidò come sindaco contro Ed Koch, anch’egli democratico, Cuomo lanciò lo slogan «Vote for Cuomo, not for Homo», alludendo alla presunta omosessualità di Koch. Cuomo perse le elezioni e Koch divenne apprezzato sindaco di New York.