Napolitano, per la Kyenge è un «pilastro». Ma c’è chi dice no…

14 Gen 2015 17:57 - di Corrado Vitale

Nel giorno delle dimissioni di Giorgo Napolitano si sprecano gli sdilinquimenti del mondo politico. Ben ne riassumono lo spirito di appiattito conformismo le dichiarazioni di Cecil Kyenge, che scegliamo nel mazzo: «Il Presidente Napolitano è stato il pilastro che ha servito e salvaguardato le nostre istituzioni repubblicane». Ma c’è anche chi dice no, chi non si unisce al coro di elogi, chi sottolinea gli effetti disasastrosi di diverse scelte compiute dal Colle. Ecco chi sono e che cosa dicono.

Meloni:«Con lui l’Italia si è piegata ai diktat europei»

Cominciamo con Giorgia Meloni, che ricorda la triste fase delle imposizioni di Bruxelles e Berlino all’Italia: «Con le dimissioni di Giorgio Napolitano l’Italia chiuda la stagione della sottomissione ai diktat europei e apra una nuova stagione di difesa dei propri interessi nazionali. Pur confermando la stima sul piano umano, non rimpiangeremo il suo operato in qualità di Presidente della Repubblica. Reputiamo infatti  un grave errore, quello compiuto dal 2011 a oggi di piegarsi alle pressioni delle cancellerie europee e dei burocrati di Bruxelles, di favorire la rimozione di un governo legittimamente eletto dai cittadini e di sostituirlo con esecutivi creati nel laboratorio del Quirinale e graditi all’Europa».

Bossi: «Ha fatto cadere il governo Berlusconi»

Anche per Umberto Bossi non si può prescindere dai fatti del 2011: «Intelligente e vispo fino alla fine. La sua colpa è stata far cadere il governo Berlusconi per mettere Monti a Palazzo Chigi e, soprattutto, far saltare il federalismo fiscale»

Storace: «Oggi evade dalla prigione quirinalizia»

«Dunque, oggi Napolitano evade dalla prigione quirinalizia. Letta così, pare una beffa, il vilipendio del buongusto»: così, tra il serio e il faceto, scrive Francesco Sorace in un tweet.

Grillo: «Rinunci a fare il senatore a vita»

Beppe Grillo preferisce parlare non del passato ma del futuro, ma la sua esortazione all’ormai ex capo dello Stato è intinta nel curaro.: «Napolitano rinunci alla carica di senatore a vita!». Questo polemico messaggio il leader pentastellato lo affida a twitter rilanciando la richiesta avanzata da alcuni parlamentari del M5S.

Ferrero: «Pagheremo care le sue scelte»

Voci critiche nei confronti di Napolitano si levano anche a sinistra: non sono molte, ma si fanno sentire. «La retorica sulle dimissioni di Napolitano – dice Paolo Ferrero –  rischia di far perdere di vista il bilancio tragico dei suoi quasi nove anni come Presidente della Repubblica: stiamo pagando care le sue scelte sbagliate, tutte improntate all’ideologia neoliberista e alle politiche di austerità, su cui ha fatto e disfatto governi al di fuori della lettera e dello spirito della Costituzione.

Ingroia: «Non lo rimpiangerò»

Dà voce alla critica di sinistra anche Antonio Ingroia: «Non rimpiangerò il presidente Napolitano, cui imputo di aver dismesso a un certo punto le vesti di arbitro, come previsto dalla Costituzione, per indossare quelle di attivissimo giocatore in campo, distinguendosi per un interventismo che lo ha portato troppo spesso a sconfinare oltre i poteri stabiliti dalla Costituzione fino ad interferire con Parlamento, governo e magistratura».

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