Al Jazeera: «Il reporter giapponese e il pilota giordano sono stati liberati»

28 Gen 2015 18:58 - di Viola Longo

Sarebbero stati liberati il reporter giapponese e il pilota giordano che erano nelle mani dell’Isis. A confermarlo è stata al Jazeera, dopo che il Califfato aveva postato un twitt e un video. La liberazione, così come richiesto dai terroristi, sarebbe avvenuta in cambio della terrorista Sajida Rishawi, già condannata a morte dalla giustizia giordana.

I festeggiamenti per il pilota

La notizia è stata accolta con festeggiamenti improvvisati a Karak, la cittadina giordana di cui è originario Muadh al-Kassasbe e dove già in mattinata si era iniziato a sperare. La Giordania, infatti, aveva fatto sapere di essere disponibile allo scambio, perorato anche da una manifestazione di centinaia di persone che si era svolta nella capitale Amman. Era stata la tv pubblica giapponese Nhk a diffondere la notizia della decisione, citando il ministero degli Esteri giordano e precisando che non era stata fatta alcuna menzione del reporter Kenji Goto.

Il pressing di Tokyo sulla Giordania

Non è chiaro quale sia stato il ruolo del governo nipponico nelle fasi cruciali della trattativa. Anche a Tokyo si erano svolte manifestazioni per la liberazione dell’ostaggio e, nell’imminenza della scadenza dell’ultimatum, che era stata calcolata per le 15 di oggi ora italiana, erano circolate notizie su un pressing del Giappone sulla Giordania. Sempre in mattinata, poi, la madre di Goto aveva rivolto un appello al premier Shinzo Abe. «Per favore salvi la vita di Kenji», si leggeva in una lettera in cui la donna pregava il primo ministro «di fare il possibile e col massimo sforzo nel negoziato con il governo giordano».

«Un precedente pericoloso»

Ma secondo il consigliere scientifico dell’Istituto affari internazionali, Stefano Silvestri, se confermato, lo scambio costituirebbe «un precedente pericoloso, perché trattare con l’Isis significa dare al califfato una forma di legittimazione, politica più che giuridica», oltre che «una visibilità in più e maggiore libertà di azione per chi con l’Isis vuole avere rapporti».

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