Gli islamici uccidono donne, bambini e gay. L’Italia renziana si tappa la bocca

22 Gen 2015 17:08 - di Francesco Signoretta

Sgozzati, lapidati, massacrati. Una scia di sangue lunghissima. Il fanatismo islamico non fa sconti a nessuno, non c’è pietà, non ci sono lacrime che possano fermarlo. Ma sotto tiro non ci sono solo gli avversari politici, coloro che sono contrari al regime, o i cristiani, dichiarati nemici sin dal primo giorno, vittime “predilette” perché credono in un altro Dio. Nel mirino finiscono tutti, senza distinzione di età e di sesso, malmenati, torturati e magari uccisi per farne trofei da immortalare.

Donne violentate

Le donne sono diventate merce di scambio tra le opposte fazioni, spesso rapite e trasformate in oggetti sessuali. La prigionia delle ragazze finite nelle mani degli estremisti islamici diventa un incubo, tanto che molte si sono suicidate e altre hanno supplicato di essere uccise. Quasi ogni giorno vengono prelevate dalla galera per essere violentate e poi riportate in cella. In tante sono scomparse, non se ne ha più traccia e si presume siano morte dopo vari abusi.

Rappresaglia a scuola

Nessuna pietà per i bambini. Basti ricordare i 132 ragazzini uccisi in una rappresaglia a scuola, in Pakistan. O quelli massacrati da un’autobomba che ha travolto uno scuolabus, per non parlare dei ragazzi giustiziati perché vedevano una partita di calcio in tv.
Nessuna pietà per chi è omosessuale. I gay vengono accusati di atti impuri, filmati, fotografati, costretti ad essere ripresi in posizioni sessuali particolari. E poi lapidati in piazza, alla presenza di una folla festante.

Nessuna solidarietà dall’Italia

Resta l’amarezza di un’Italia che è incapace di pronunciare una sola parola di solidarietà, visto il silenzio dei vertici istituzionali, delle associazioni, della sinistra. Tutti pronti a “sparare” contro chi osa parlare di famiglia tradizionale o infrange i confini del politicamente corretto. Tutti in silenzio di fronte alle atrocità.

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