Gentiloni, il “paladino” di Schengen è rimasto solo. Infatti l’Ue è pronta a…

12 Gen 2015 19:05 - di Corrado Vitale

«Nessun governo europeo parla di sospendere Schengen. Sacrificare la libertà di circolazione sarebbe un prezzo inaccettabile da pagare al terrorismo». Così dice, gonfiando il petto, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un’informativa al Senato sugli attentati in Francia. Non sappiamo davvero chi dia tanta sicurezza al responsabile della Farnesina. Le cose non stanno affatto così. Il discusso trattato è infatti finito sul banco degli imputati già all’indomani della strage a  Charlie Hebdo e dal doppio sequestro di Parigi e Dammartin-En-Goule.

Il vertice straordinario

Il  primo a mettere in discussione Schengen è stato  il  ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve. Tant’è che il governo transalpino ha ospitato un vertice straordinario internazionale sul terrorismo.Inoltre,  la Commissione Ue ha reagito  all‘odio jihadista annunciando per le prossime settimane un nuovo piano anti terrorismo che preveda anche una revisione  del trattato di Schengen e una strategia comune per contrastare il fenomeno dei foreign fighter, i jihadisti con passaporto europeo che a migliaia (le ultime stime parlando di 10-12mila) lasciano casa loro per andare a combattere in Siria o in Iraq, a fianco dello Stato islamico. Per poi tornare a seminare il terrore in Europa.

Le misure allo studio della Commissione

Tra le risposte operative a cui la Commissione sta pensando c’è l’elaborazione di un nuovo piano di interventi che vedrà la luce dopo il Consiglio di febbraio. Sul tavolo, oltre al miglioramento dell’accordo di Schengen, anche  il rafforzamento della collaborazione tra l’Europol e le strutture della sicurezza dei singoli Stati. Certamente c’è spazio in Europa per avere nuove regole comuni in termini di standard di sicurezza. Tuttavia, come fa sapere l’antiterrorismo europeo, il loro compito non è produrre informazioni, ma solo elaborarle, analizzarle, e se possibile fornire un supporto a chi in ultima istanza si occupa della politica della sicurezza, cioè le strutture dei singoli Stati membri. Invece di fare l’ortodosso del politically correct, il ministro Gentiloni avrebbe fatto meglio a informare il Parlamento di ciò che bolle in pentola in queste, drammatiche giornate.

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