Crolla il viadotto: è l’immagine di un Paese fragile e dal futuro incerto

5 Gen 2015 9:34 - di Viola Longo

La procura di Termini Imerese ha aperto un’inchiesta sul cedimento della strada nei pressi del viadotto Scorciavacche della statale Palermo-Agrigento appena inaugurato. L’ipotesi di reato è crollo colposo. L’area è stata posta sotto sequestro e oggi saranno nominati i periti per la consulenza tecnica.

L’Anas contro la ditta costruttrice

L’opera, un chilometro in tutto, è costata 13 milioni ed è parte di un appalto di rifacimento per complessivi 34 chilometri e 297 milioni di euro. È stata inaugurata il 23 dicembre con grande enfasi, anche perché l’appuntamento con il taglio del nastro era arrivato con tre mesi di anticipo sul previsto: Pietro Ciucci, presidente dell’Anas, aveva consegnato il tratto stradale ai cittadini rivendicando che «stiamo rispettando il cronoprogramma, anche con l’anticipo di qualche tappa». Ora l’Anas fa sapere di aver aperto un’inchiesta per«accertare le eventuali responsabilità della ditta costruttrice e del direttore dei lavori» e il suo presidente si fa schermo dicendo di aver ordinato la chiusura della strada alle prime crepe, quindi evitando «ogni eventuale rischio per gli utenti».

La ditta costruttrice contro l’Anas

Ma l’impresa che ha realizzato i lavori, il raggruppamento Bolognetta scpa (composto dalla coop di Ravenna Cmc insieme alla società Tecnis e al consorzio di cooperative Ccc), rimanda la palla nel campo dell’Anas, puntando l’indice contro «la stupidaggine» di aver aperto «quel chilometro così in fretta in un’area che è ancora di cantiere». 

L’indignazione della politica

La notizia del crollo, diventata “virale” grazie a una foto postata su facebook da un cittadino di Mezzojuso, località non lontana dal viadotto, ha provocato immediate reazioni politiche. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, sia su twitter sia su facebook, ha fatto sapere di aver chiesto ad Anas i nomi dei responsabili», aggiungendo che «è finito il tempo degli errori che non hanno mai un padre». Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, poi, ha parlato di «un fatto inaudito e inaccettabile». Un coro di proteste e indignazione cui ha partecipato tutta la politica.

 

 

 

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