Bazooka di Draghi: i capitalisti tedeschi rosicano. Ecco perché
Molti economisti tedeschi hanno commentato negativamente l’annuncio del “bazooka” di Mario Draghi (Quantitative easing) , a differenza del sindacato federale Dgb, che ha invece condiviso la mossa. Sono infatti i capitalisti quelli che rosicano naggiormente per la scelta del presidente della Bce, a partire dal leader dell’Industria germanica Bdi, Ulrich Grillo, che ha sottolineato che «solo riforme strutturali coerenti possono rafforzare la competitività in modo duraturo», la politica monetaria da sola non basta. Quello delle riforme che d0vrebbero attuare i paesi dell’Europa mediterranea è diventato il “mantra” del potere economico finanziario germanico. Ma il vero perché all’opposizione al Quantitative easing sta nei privilegi che la grande industria e la grande finanza tedesche intendono mantenere. La verità è che l’euro “forte” ha favorito le grandi imprese germaniche e sfavorito le aziende italiane, francesi o spagnole.
Ma i sindacati non la pensano così
Per l’associazione delle imprese e delle Camere di commercio Dihk, «la Bce è diventata prigioniera dei suoi stessi annunci». E se da un lato «l’effetto sui prezzi» del Qe è incerto , dall’altro la banca centrale «deve chiarire che la politica monetaria può sostenere, ma non sostituire gli sforzi riformatori degli stati membri». Per il presidente delle Sparkassen, Georg Fahrenschon, «alla fine la Bce non aveva scelta» se non dare alle attese dei mercati «quello che aveva annunciato», anche se non esisterebbe, a suo modo di vedere un rischio deflazione.«La decisione è giusta – ha commentato invece Stafen Koerzell, per il sindacato federale – Questo ridurrà il livello dei tassi sui titoli di Stato dei Paesi in crisi, ammorbidirà la pressione sui bilanci pubblici e darà un contributo alla stabilizzazione duratura dell’euro». «Abbiamo bisogno di una offensiva ambiziosa e della fine della politica di risparmio, in modo che in Europa si torni a investire e a consumare. Prima torneranno i posti di lavoro prima salirà la domanda con la riduzione del rischio deflazione». Koerzell è un leader sindacale, non certo un capitalista. Appunto.