Terroristi dell’Isis sbarcati in Sicilia? Da Palermo arrivano conferme

17 Dic 2014 17:41 - di Guido Liberati

La Procura di Palermo ha aperto un’indagine su possibili infiltrazioni di terroristi dell’Isis tra i migranti sbarcati negli ultimi mesi in Sicilia. A segnalare il rischio sarebbero stati ambienti dei servizi segreti. I presunti terroristi giunti in Italia sarebbero libici e siriani. L’inchiesta è coordinata dal pm Gery Ferrara. Nei mesi scorsi il ministro dell’Interno Angelino Alfano aveva parlato di rischio infiltrazioni terroristiche. E aveva indicato proprio nella Sicilia la “porta” d’ingresso di possibili membri dell’Isis. Solo nel 2014 sull’isola sono approdati 197mila migranti: un numero enorme di persone – dicono gli inquirenti – che moltiplica il pericolo. Le informazioni riservate raccolte dalla Procura di Palermo, che ha affidato l’inchiesta al pool antiterrorismo, vanno oltre l’allarme generico. Alcuni dei sospetti avrebbero già lasciato il territorio italiano, altri si troverebbero ancora nel Paese. La Procura di Palermo da mesi ha costituito anche un gruppo di lavoro contro la tratta dei migranti che ha messo a punto metodologie investigative – si tratta di un vero e proprio protocollo d’indagine – per riuscire a risalire alle organizzazioni che gestiscono i flussi.

La Procura di Milano allertata sul nuovo fenomeno

L’allarme Isis tiene banco anche presso la Procura di Milano. Gli inquirenti milanesi hanno utilizzato lo «strumento normativo delle intercettazioni cosiddette preventive» per «verificare ipotesi di terrorismo individuale, nonché le segnalazioni, provenienti da svariate fonti, relative all’adesione-partecipazione allo stato islamico». Lo si legge nel Bilancio di responsabilità sociale della Procura di Milano presentato  dal procuratore Edmondo Bruti Liberati. «Con riguardo al terrorismo internazionale – spiega la relazione – la situazione sovranazionale ha subito modifiche estremamente importanti e delicate in relazione al progressivo affermarsi del cosiddetto stato islamico». Anche nell’ultimo anno, si legge ancora, «grazie al livello professionale della polizia giudiziaria specializzata, è stata garantita un’ottima conoscenza del nuovo fenomeno e sono state sviluppate investigazioni dirette a ricostruire possibili collegamenti della nuova realtà con il territorio italiano». Milano è stata già coinvolta in un gesto isolato il 12 ottobre 2009, quando un kamikaze libico si fece esplodere davanti a una caserma. 

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