Il piano segreto di Renzi per “liberarsi” di Marino: commissariare anche Roma

4 Dic 2014 13:25 - di Guido Liberati

Il retroscena filtra in queste ore da Palazzo Chigi e vede un Matteo Renzi allettato dall’idea di cogliere la palla al balzo dell’inchiesta romana per commissariare con il Pd, di fatto, anche il Comune di Roma per infiltrazione mafiosa. Una ipotesi «concreta», come hanno anticipato i parlamentari grillini che mercoledì sono andati dal prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro per sollecitare lo scioglimento del Comune. «Il prefetto è molto preoccupato e ha bisogno di valutare insieme al governo – ha spiegato il deputato M5S Andrea Cecconi – quindi non è corretto dire che andrà nella direzione dello scioglimento ma sa benissimo che la situazione è molto grave e che potrebbero esserci i presupposti. E, se ci sono, ha detto che non si tirerà indietro».

Per ora, i numeri parlano chiaro. Nell’inchiesta sull’intreccio tra criminalità e politica capitolina è stato spazzato via un pezzo dell’amministrazione Marino: via l’assessore alla Casa Daniele Ozzimo e il presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti, entrambi del Pd, indagati nell’inchiesta e dimessisi martedì. Il sindaco, da parte sua, mercoledì ha rimosso Italo Walter Politano dalla direzione Integrità, Trasparenza e Semplificazione Amministrativa del Campidoglio, anche lui indagato. E serve a poco l’incontro del primo cittadino con Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, come a smacchiare dal fango che sta piovendo in queste ore sul Campidoglio.

Ma è soprattutto il silenzio di Palazzo Chigi che preoccupa maggiormente Marino. Il sindaco ha saputo del commissariamento del Pd deciso dal premier dalla televisione. Ai cronisti che gli chiedevano un commento sulla nomina di Matteo Orfini come commissario cittadino, Marino ha liquidato la questione in poche frasi. «Renzi ha fatto la scelta che riteneva più giusta. Non posso fare nessun altro commento perché non ho parlato con lui. Né Graziano Delrio mi ha spiegato quali siano state le motivazioni che hanno portato a questa decisione. Quindi sono aspetti che non conosco». Una decisione passata sulla sua testa che lascia intravedere la possibilità di un’ulteriore accelerazione da parte di Renzi, per aprire la strada a nuove elezioni. Rischiosa per il Pd, ma non così estrema qualora Marino dovesse mettersi di traverso. Uno scioglimento del Comune di Roma con l’indizione di nuove elezioni in primavera, con la palla che passerebbe agli elettori e con il chirurgo genovese costretto a fare un passo indietro. Definitivo.

 

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