Oggi si celebra San Nicola, il Babbo Natale dell’Europa medievale

6 Dic 2014 17:05 - di Renato Berio

Con la giornata dedicata a San Nicola, che si celebra oggi 6 dicembre, si entra nel vivo del ciclo liturgico del Natale. San Nicola, il santo-vescovo venuto dall’Oriente, ha tutte le caratteristiche che si ritrovano poi nel più familiare Babbo Natale. Chi era Nicola di Mira? Era nato a Patara, nella Licia intorno al 270, figlio unico di una coppia facoltosa, si rese presto popolare per i suoi atti di bontà e di carità. Morì tra il 345 e il 352 e fu sepolto nella chiesa di Mira – l’attuale villaggio turco di Dembre – dove riposò fino al 1087quando i suoi resti vennero trafugati da alcuni marinai e trasportati fino a Bari, la città che ancora oggi venera quelle reliquie. La leggenda che lo avvicina alla missione di Babbo Natale, cioè di dispensatore di doni, è così riassunta da Alfredo Cattabiani nel suo Calendario: “Narra una leggenda che un vicino di casa, caduto in miseria, non poteva assicurare la dote alle tre giovani figlie, condannate così a non maritarsi, Allora Nicola gettò loro nottetempo attraverso la finestra tre palle o borse piene d’oro. Un’altra leggenda racconta che un oste criminale aveva tagliato a fettine e immersi in salamoia tre fanciulli del coro che la sera prima erano entrati nella locanda; ma Nicola li aveva fatti risorgere dai barili di salamoia e addirittura convertito l’oste”. Episodi, questi, che legano direttamente il santo ai fanciulli al punto che la festa di San Nicola è considerata un anticipo del Natale.

Il vescovo di Mira diventa Santa Claus

Il santo divenne poi popolare anche nell’Europa centrale e settentrionale dove il nome mutò in Santa Claus. Emigrato in America -spiega ancora Cattabiani – “il suo aspetto subì una metamorfosi: il mantello vescovile diventò un robone rosso orlato di pelliccia, la mitra un cappuccio a punta. E con queste nuove sembianze è tornato in Europa come Babbo Natale: maschera-simbolo della frenesia laica che informa quello che un tempo era il memoriale della nascita di Gesù e oggi è per molti la festa principale del Consumo”.

I Saturnali romani

Eppure anche Babbo Natale racchiude in sé l’eco di feste precristiane come i Saturnali romani celebrati tra il 17 e il 23 dicembre: veniva nominato un rex Saturnaliorum che regnava per una settimana tra banchetti e giochi proibiti dando il via a un’inversione di ruoli che ricorda il Carnevale per cui gli schiavi si facevano servire  a tavola dal padrone e potevano burlarsi di lui. Un allegro caos che era metafora dell’età dell’oro in cui appunto aveva regnato Saturno.

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