Notifica l’omicidio su Fb. E la gente approva con oltre 300 like
Purtroppo l’omicidio di Maria D’Antonio per mano dell’ex marito Cosimo Pagnani, avvenuto domenica a Postiglione, nel Salernitano, sarebbe passato alla storia del femminicidio come l’ultimo, efferato caso – l’ennesimo – se non fosse accaduto che, al brutale assassinio della giovane donna – massacrata a coltellate con un coltello utilizzato per lavori da agricoltore – è seguito anche lo scempio. Una vergogna, come spesso accade purtroppo, amplificata dal tam tam della Rete.
Il dramma “condiviso” in un post e da tanti like
Un’aberrazione addirittura rilanciata dal web: l’uomo, infatti, proprio domenica aveva pubblicato sul suo profilo Facebook – e gli inquierinti sembrano orientati a pensare che lo abbia fatto lui e prima di uccidere – l’inquietante post «Sei morta troia». Una notifica (o un annuncio?), che ha del macabro e dell’ingiurioso, e che già sarebbe stato di per sé sufficiente a infierire una seconda, drammatica volta, sulla vittima. E invece, purtroppo, non è stato ritenuto tale: almeno non da quelle oltre 300 persone che hanno pensato di siglare con il loro “mi piace” una tragica, spietata condivisione.
La risposta della Rete alla vergogna dei “mi piace”
Il profilo Fb dell’uomo é stato cancellato o comunque oscurato (i carabinieri, infatti, sono certi che l’account sia dell’uomo, ma ancora non hanno la conferma che a scrivere quella frase sia stato lui); ma resta il fatto che oltre 400 sono state le condivisioni di quel terribile post, come quasi altrettanti i like, compreso quello di Rosa Pagnani, molto probabilmente sorella o comunque parente stretta dell’omicida arrestato in flagranza di reato, e al momento in carcere a Fuorni. E poco importa che poco dopo la donna, forse informata dell’accaduto, abbia tolto il suo «mi piace» a quella che più che essere una esplicita ammissione di odio forse era una spietata dichiarazione d’intenti delittuosi. Così come poco importa che, sempre su Facebook, da qualche ora a questa parte é stata creata la pagina «Le merde che hanno messo like al post di Cosimo Pagnani», con oltre 350 like e tantissimi commenti, non solo contro l’omicida ma anche contro chi ha condiviso questa frase, anzi… Il processo virtuale fa deflagrare on line gli echi di un dramma ancora tutto da spiegare e accettare.