Jobs Act, la delusione di Ncd: «Darà lavoro solo gli avvocati»

26 Dic 2014 14:52 - di Laura Ferrari

«I decreti attuativi del Jobs act sono ancora più deludenti del provvedimento stesso, qualora fosse possibile. Serviva più coraggio, ma alla fine Renzi ha ceduto al compromesso al ribasso per non farsi mettere i piedi in testa dalla Cgil e dalla minoranza del Pd». Nella nota di Lara Comi, europarlamentare Forza Italia, c’è la fotografia del Jobs act visto dal centrodestra. Ancora più categorica la collega di parti Daniela Santanchè. «Per Natale Renzi ha regalato agli italiani il Jobs-pacco. Aspettavamo il governo alla prova dei fatti e, come temevamo, nei decreti attuativi non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo, a iniziare dall’articolo 18».

Per Sacconi la montagna ha partorito il topolino

Non a caso, l’ex ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, non nasconde la delusione: «La montagna ha partorito il topolino, abbiamo una disciplina complicata, intraducibile in inglese, di incerta applicazione». Per il capogruppo di Area Popolare al Senato, il testo «piacerà agli avvocati per il doppio regime tra vecchi e nuovi assunti e la complessità giurisprudenziale». È deluso anche Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale del Nuovo centrodestra. «Il decreto delegato sul Jobs act rappresenta un indiscutibile passo avanti, ma non è all’altezza di ciò di cui il Paese avrebbe bisogno di fronte alla crisi che stiamo vivendo, perché ancora non concede all’imprenditore la libertà psicologica di assumere un dipendente sapendo che questo atto non si trasformerà in un vincolo indissolubile anche contro ragione».

“Il Mattinale” incalza Ncd

Tuttavia Ncd usa come cartina di tornasole le proteste dei sindacati. «Non ci sarebbero state queste durissime reazioni della Cgil della Uil, che confermano di essere diventate un grumo conservatore, se la riforma non fosse reale» commenta il deputato di Ncd Fabrizio Cicchitto. Ma la nota ufficiale di Forza Italia, Il Mattinale, incalza gli alfaniani: «Un soprassalto di dignità sarebbe benvenuta da parte di Alfano e dei suoi». Per Il Mattinale «in questo caso la dignità non sarebbe solo esibizione di fronte alta, ma comporterebbe anche un vantaggio politico. Staccare la spina conviene all’Italia e ai destini politici di questa componente del centrodestra che dovrebbe ammettere di averci provato invano a spostare di un millimetro la rotta di sinistra del naviglio di governo, prendendosi solo contumelie», spiega Il Mattinale. Come sintetizza Daniele Capezzone, «un jobs act così rinunciatario, dopo una lunga e dura battaglia (di parole) con Cgil e sinistra Pd, mostra che Renzi ha scelto di tirare a campare, non di rischiare. Non si cambia verso, e non è la volta buona. Il governo Renzi – conclude il presidente della Commissione Finanze della Camera – appare come l’ultimo dei vecchi governi, non come il primo dei nuovi».

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