In cella 11 mesi per camorra. Assolto Magliocca, giovane sindaco di An
«È la fine di un incubo». Giorgio Magliocca, già giovanissimo sindaco di Pignataro Maggiore e capogruppo di An nel Consiglio provinciale di Caserta, ricorre alla risposta più abusata (ma anche la più immediata) per un imputato assolto. E lui oggi è stato assolto anche dalla V sezione della Corte di Appello di Napoli. Ma ha ragione da vendere perché la sua disavventura giudiziaria è stata veramente un incubo, se non qualcosa di più.
L’accusa: i beni confiscati sono ancora in mano alla camorra
Tutto comincia alle prime luci dell’11 marzo del 2011 quando alcuni agenti di polizia lo svegliano per notificargli l’ordine di arresto emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. L’accusa è pesantissima: concorso esterno in associazione camorristica. In pratica, avrebbe consentito al clan Lubrano-Ligato– tra i più feroci del Casertano con addentellati in Cosa Nostra e pesantemente coinvolto nell’omicidio del fratello del giudice Imposimato – di continuare a gestire i beni che proprio grazie all’Amministrazione da lui guidata erano stati loro sottratti. Magliocca resta in carcere ben 11 mesi per vedersi poi assolto con formula piena (“perché il fatto non sussiste”) in primo grado davanti al Gup di Napoli. Nel frattempo era stato costretto a dimettersi. Alle elezioni che si tennero da lì a tre mesi vinse il candidato della sinistra.
Le strumentalizzazioni di Pina Picierno
L’arresto di Magliocca suscitò particolare clamore sulla stampa perché al momento dell’arresto lavorava nello staff del sindaco Gianni Alemanno dopo essere stato qualche anno prima consulente dell’ex-ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi. La sinistra fu lestissima a gettarsi a capofitto nella vicenda giudiziaria. Particolarmente attiva su questo fronte risultò la deputata Pina Picierno, forte di precedenti interrogazioni parlamentari in cui chiedeva lo scioglimento per contiguità camorristica della giunta presieduta da Magliocca. Che dopo il verdetto ha ribadito la sua «assoluta fiducia» nella magistratura. Dichiarazione opportuna, soprattutto sulla bocca di un uomo che ha ricoperto ruoli istituzionali. Purtroppo non servirà a risarcirlo dai tormenti dal dolore che è stato costretto a sopportare. In ogni caso, auguri.