I nomadi non pagavano le bollette della luce. Pugno duro: black out

4 Dic 2014 14:57 - di Franco Bianchini

Scoperto l’inganno, finalmente il coraggio di usare il pugno duro. I nomadi avevano scoperto che era facile non pagare le bollette della luce, un gioco da ragazzi: firmavano un falso contratto commerciale di cantiere edile a forfait, versavano la quota di 150 eueo per l’allacciamento e cestinavano tutti gli avvisi di pagamento successivi. In sostanza, per anni non hanno mai più pagato una bolletta. I protagonisti del fattaccio, a Padova, erano i componenti di una ventina di famiglie nomadi residenti in Bassette, Ca’ Manzoni, Ceron, Cascino e Querini. A differenza di altre vicende, stavolta gli è andata male e la polizia locale, su richiesta dell’Enel, ha staccato la corrente provocando il black out. Di fronte a questa decisione, i nomadi avrebbero finalmente accettato di mettersi in regola e la luce è stata ripristinata.

La dichiarazione dell’assessore Saia

La vicenda ha avuto molta eco. «L’Enel, in virtù del particolare tipo di contratto stretto, non interveniva, fornendo gratuitamente energia per periodi lunghissimi – dice l’assessore alla sicurezza Maurizio Saia – Nei prossimi giorni proseguiremo il tour di tutti i campi, piccoli o grandi, per regolarizzare la posizione di eventuali altri morosi, che stando alla società sarebbero decine». Intanto, dopo la visita-lampo  (con Saia e il comandante dei vigili Antonio Paolocci), il sindaco Massimo Bitonci torna a parlare così delle Cucine popolari di via Tommaseo: «Va trovato un modo per identificare, con nome e cognome, tutte le persone che si recano lì ogni giorno per mangiare».

Il caso delle Cucine popolari

«Far entrare tutti, in maniera indiscriminata – aggiunge – non va bene: tra i tanti veri bisognosi, ci sono altrettanti delinquenti che non meritano di usufruire di un tale servizio. Sono andato lì apposta senza preavviso, per trovarmi di fronte alla situazione reale e non a una apparecchiata. Suor Lia Gianesello (responsabile delle Cucine popolari per conto della Caritas diocesana) continua a ripetere che, tra i clienti della struttura, oltre il 30% è italiano. Io, però, ho visto che il 99% è straniero: gli agenti hanno riconosciuto molti spacciatori e ladri che frequentano quotidianamente le strade di Padova. E poi, in un locale a fianco della sala mensa, hanno individuato un gruppo di nomadi che giocava a carte: lo stesso gruppo che, ogni giorno, molesta i fedeli alla Basilica del Santo».

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