“Il Fn ha un leader gay”: il gossip al veleno rende più forte Marine Le Pen

12 Dic 2014 16:09 - di Franco Bianchini

Volevano gettare ombre sul partito di Marine Le Pen, dimostrandone le contraddizioni. Ma è andata male perché tutti, persino a sinistra, sono stati solidali con il Front National perché la politica costruita sul gossip è solo fango. Il settimanale scandalistico Closer pubblica un servizio fotografico esclusivo, con tanto di ripresa in copertina, che svela l’omosessualità di uno dei volti più noti dell’estrema destra francese, il vicepresidente del Front National Florian Philippot. “Sì all’amore per tutti”, recita il titolo del servizio, che mostra Philippot durante un weekend a Vienna con un uomo, “un giornalista” di cui non viene rivelato il nome, che viene indicato come il suo attuale compagno. Non senza sottolineare la discrepanza tra questa situazione privata e le posizioni espresse in pubblico dal vicepresidente Fn, che fu per esempio tra i principali oppositori della legge sui matrimoni gay.

Destra e sinistra condannano gli autori dello “scandalo”

La reazione del mondo politico è stata immediata e unanime: da destra a sinistra, una lunga lista di parlamentari e amministratori locali hanno criticato senza mezzi termini la scelta di Closer, parlando di gesto «indegno», «disgustoso» e «pietoso», invocando il diritto degli uomini politici al rispetto della loro vita privata. Nel gennaio scorso Closer rivelò la relazione tra il presidente François Hollande e l’attrice Julie Gayet.

Marine Le Pen passa al contrattacco

Durissima la reazione della leader del Fronte nazionale, Marine Le Pen, che ha qualificato come «insopportabile» la rivelazione della presunta omosessualità del numero due del suo partito. «È un’offesa molto grave alle libertà individuali – ha dichiarato – Questo tipo di comportamento è insopportabile. Lo dico quando riguarda Florian Philippot come quando riguarda il presidente François Hollande. La vita privata è sacra». E ha aggiunto: «È tutta colpa dei magistrati. Perché quando si tratta di violazione della privacy condannano i giornali a somme ridicole».

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