La fiamma del Msi aveva la firma di Avitabile, artista e reduce della Rsi
Vorrei fare una precisazione in merito all’articolo di Antonio Pannullo 26 dicembre 46 il sogno non muore. Nel ricordare che il simbolo del Msi, la Fiamma tricolore, fu adottato dal senato del partito, Pannullo attribuisce ad Erra il ricordo di Almirante di aver scelto quel simbolo su sollecitazione di un mutilato di guerra.
Vi racconto come andò
Il simbolo, su sollecitazione di Gianni Roberti, fu disegnato dal professore Emilio Maria Avitabile e adottato dal senato del partito all’unanimità, come affermò Tonelli nella lettera che inviò a Roberti e che questi diede all’autore. Tutti i napoletani del partito sapevano e sanno che quel simbolo fu disegnato dal professore Emilio Maria Avitabile. Negli anni Ottanta la figlia del professore, Rosa Maria Avitabile, entrata in confidenza con Giorgio e la moglie Assunta, rivendicò il lavoro del padre e a dimostrazione diede ad Almirante la lettera. Lo storico leader del Msi promise che avrebbe rettificato il suo precedente ricordo.
In quei giorni, a Napoli…
A Napoli ogni giorno per piazzetta Augusteo, dove noi ragazzi eravamo abituati a trattenerci seduti al bar della funicolare, passava verso le 13 il professore Avitabile che non conoscevo ancora, e noi lo invitavamo a raccontarci la storia del simbolo nonché i suoi trascorsi di reduce della Rsi. Tutti lo indicavamo come il pittore della fiamma, come ricorderanno Angelo Ruggiero, Ciccio Fatica, Gino Agnese, Adriano Bellerino, Antonio De Marco, Ruggiero Ferrara.
Un eroe della Rsi, un grande pittore
Roberti e Galdo non perdevano occasione di congratularsi con la figlia. Il professore Avitabile è stato un ottimo pittore, allievo del grande Giuseppe Casciaro e ricordo una sua mostra in Versilia, dove venne a visitarla il grande Carrà, che nel complimentarsi con lui, gli disse: «Lei meriterebbe più premi di quanti ne ha avuti, ma ha il demerito di aver nobilitato il suo partito con quel bel simbolo che nel 46 disegnò.