Dieci libri (che non vedrete in classifica) da mettere sotto l’albero

16 Dic 2014 10:27 - di Renato Berio

È ancora possibile regalare libri a Natale, anche se va forte il regalo hi-tech. Di più: è possibile scegliere titoli “di nicchia”, per se stessi o per gli amici, evitando i soliti Vespa, Carofiglio, Camilleri… È possibile evitare i best seller di Grisham. Insomma si possono anche andare a cercare libri poco pubblicizzati ma con i quali passare qualche ora in buona compagnia. Nel campo editoriale, le mode vanno bandite. Che si dia libero sfogo, al contrario, alla curiosità intellettuale…

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Machiavelli e le congiure

Tutto quello che Machiavelli ha scritto sulle congiure si trova raccolto in un unico libro curato da Alessandro Campi (Sulle congiure, Rubbettino). Il padre di tutti i politologi, Machiavelli, ci spiega in queste pagine come avvengono le congiure e quale filosofia c’è dietro i complotti. E non è che le congiure andavano di moda solo nel Rinascimento. Berlusconi ha più volte denunciato complotti ai suoi danni, e lo stesso ha fatto Beppe Grillo, puntando l’indice contro il sistema dei media. Naturalmente Machiavelli anche in queste pagine separa in modo netto etica e politica, spiegando che i “congiurati” sono coloro che combattono il Principe nascostamente perché non possono farlo apertamente e usano l’arma dell’ipocrisia e della falsità per allontanare ogni sospetto. Un po’ quello che la classe politica fa quando cerca di ingannare il “popolo sovrano”, cioè quell’entità che dovrebbe essere il “principe” degli stati democratici.

 

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I fumetti che hanno fatto gli italiani

Una storia dei fumetti che hanno contribuito a “fare” gli italiani, ma non cronologica bensì realizzata associando personaggi e autori alle piccole rivoluzioni avvenute nell’immaginario. Lo firma Roberto Alfatti Appetiti per l’editore Giubilei Regnani, coraggiosa e trasgressiva casa editrice diretta dal giovanissimo Francesco Giubilei. Recensendo il libro Moreno Burattini ha scritto: “Entusiasmante itinerario attraverso le testate, gli eroi e i disegnatori che hanno fatto discutere, sono stati processati, hanno infiammato i cuori e sono divenuti dei simboli, ma anche sono stati usati per battaglie ideologiche o combattuti dagli avversari politici. Non c’è spazio per i fumetti edulcorati e “rassicuranti”: Alfatti Appetiti sceglie di parlare di quelli che hanno creato tumulto. A cominciare dagli eroi in camicia nera di Antonio Rubino o da quelli americani importati da Mario Nerbini, che entusiasmavano anche i figli di Mussolini, nonostante l’autarchia culturale imposta dal regime”.

 

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Gli altri fascismi

Non solo Italia e Germania. Tra gli anni Venti e Quaranta, la «sirena» fascista ammaliò praticamente tutta l’Europa. E oggi, per la prima volta, grazie al saggio di Marco Fraquelli (Altri Duci, Mursia), possiamo avere un quadro puntuale e dettagliato di tutti i Paesi e delle formazioni politiche che cedettero alla «tentazione» del fascismo. 31 Paesi, dall’Islanda alla Macedonia, dalla Svezia alla Lituania, dalla Svizzera all’Irlanda, dal Lussemburgo alla Finlandia e così via, e decine e decine di gruppi, partiti, movimenti che credettero di poter dare vita alla rivoluzione in «camicia nera». Dall’inglese Oswald Mosley a monsignor Tiso, vescovo a capo del governo filonazista della Slovacchia a Ivan Mihailov, l’«Aquila del Pirin», capo dei fascisti macedoni; e ancora Georges Oltramare, il «piccolo duce di Ginevra», Marcel Bucard, il «piccolo duce francese», il romeno Codreanu, il belga Degrelle o lo spagnolo Primo de Rivera. A queste figure, ai loro movimenti e agli eventi che caratterizzarono in chiave «fascista» l’Europa tra il 1919 e il 1945 è dedicato questo saggio che affronta una materia già approfondita da Adriano Romualdi nel suo saggio Il fascismo come fenomeno europeo (Settimo Sigillo).

 

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Il ciclista che amava il Duce

L’epopea del ciclismo degli anni eroici e l’Italia popolare del Ventennio rivivono attraverso il ritratto di due temperamenti e di due destini opposti: quello di Alfredo Binda, il campione invincibile di Cittiglio, e Pietro Chesi, detto Pelo, oscuro indipendente, o diseredato, come lo definivano le cronache sportive dell’epoca, che, fuori dalle corse, abbracciò l’ideologia fascista indossando la camicia nera. Mauro Parrini ricostruisce le vicende di Binda e Chesi (coetanei, classe 1902) alternandole in un’avvincente narrazione (Pietro Chesi, il ciclista in camicia nera, Mursia) , una corsa di coppia contro il tempo, come una volta si correva il Trofeo Baracchi. Tra i due la differenza di valore era abissale, ma a Pelo riuscì l’impresa di trionfare alla Milano-Sanremo del 1927 davanti al fuoriclasse varesino, vincendo la sua prima e unica competizione importante. Terminata l’attività agonistica, dopo l’armistizio si arruolò nella RSI. Accusato di delazione e collaborazionismo, fu catturato dai partigiani e fucilato a Firenze nel 1944. La fine di un’esistenza sempre vissuta al limite del traguardo.

 

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Per sempre giovani

Raggiunta l’età in cui succede che qualcuno sul metrò si alzi per cedergli il posto, Marc Augé scava nei propri ricordi personali per sviluppare una riflessione, acuta e delicata, sul tempo che passa. “Conosco la mia età, posso dichiararla, ma non ci credo”, scrive il grande antropologo per evidenziare la differenza tra il tempo e l’età. Perché sono gli altri a dire che siamo vecchi, a definirci secondo luoghi comuni ma questa etichetta resta superficiale e lontana da quel che avvertiamo dentro di noi. Dunque, la vecchiaia non esiste. Certo, i corpi si logorano ma la soggettività resta, in qualche modo, fuori dal tempo ed è così che, come scrive Augé alla fine di questo libro luminoso, “tutti muoiono giovani”.

 

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Una ragazzina irlandese

La quattordicenne Mary MacNamara vive in una piccola cittadina dell’Irlanda dell’Ovest infestata da superstizioni e meschinità, dove miseria e ignoranza rendono la gente dura e incapace di perdonare. All’interno di una simile comunità, Mary non può certo contare sul senso di giustizia o pietà per gli abusi di cui è stata vittima, e ancor meno può aspettarsene da quelli chiamati a giudicare il suo caso in una città lontana, mentre la sua tragedia privata viene portata sulla pubblica piazza, rendendola vittima una seconda volta. Ispirato al controverso “X Case” del 1992, che attirò l’attenzione internazionale provocando una crisi di coscienza all’interno della società irlandese, Lungo il fiume è l’opera stilisticamente più ambiziosa di Edna O’Brien, un romanzo condotto sull’analisi dei sentimenti dei suoi protagonisti e dedicato al fragile momento esistenziale che costituisce il passaggio da bambina a donna, qui drammaticamente segnato per la giovane Mary dal trauma della violenza.

 

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Il tempo e la storia

La storia è una e continua o dobbiamo necessariamente dividerla in età e periodi? Periodizzare la storia non è mai un atto neutro o innocente. Periodizzare la storia è una scelta la cui responsabilità spetta a chi fa il mestiere dello storico. La riflessione sul tempo e sul tempo della della storia è per un maestro come Le Goff bilancio definitivo di decenni di ricerche: «Né tesi né sintesi, questo libro è il punto d’arrivo di una lunga ricerca: una riflessione sulla storia, sui periodi della storia occidentale, nel corso della quale il Medioevo mi ha accompagnato fin dal 1950. Si tratta quindi di un’opera che porto dentro di me da molto tempo, alimentata da idee che mi stanno a cuore. Scritto in un momento in cui gli effetti quotidiani della globalizzazione stanno diventando sempre più tangibili, questo libro è una cavalcata nel tempo che torna a riflettere sulle diverse maniere di concepire le periodizzazioni storiche: le continuità, le rotture, i modi di pensare la memoria della storia.»

 

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Tre “vecchiette” molto speciali

Tre donne regnano sovrane sul palazzo popolare di via Damasco, a Bologna. Sono soprannominate le Sultane e hanno dai settant’anni in su. C’è Wilma, piccola e astuta mercante in grado di vendere l’acqua santa al diavolo, che nomina incessantemente il suo morto. C’è Mafalda, la donna più tirchia sulla faccia della Terra. E infine Nunzia, bigotta fuori e golosa dentro, incapace di contenersi. Le loro imperfezioni sono state marchiate a fuoco da una vita poco gentile: Wilma non sa fare i conti col suo lutto e litiga in continuazione con la figlia Melania, una disgraziata adescata da una setta satanica, che bussa alla porta solo quando necessita di un piatto caldo; Mafalda è costretta ad accudire il marito malato di Alzheimer; Nunzia, in delirio tra i suoi crocifissi, trova sempre il tempo per estorcere pettegolezzi e per concedersi i peccati che riesce ad arraffare. I loro desideri sono palliativi al grande sconforto dell’indifferenza che suscitano. Sono ignorate da un mondo a misura di giovinezza, un mondo incarnato dalla frastornante vicina del secondo piano, Carmela, cui Wilma prova a chiedere maggiore educazione e rispetto delle regole. Ma niente, quella continua a riderle in faccia. Le vecchie sono abituate a non ricevere considerazione, ragion per cui, quando improvvisamente l’esistenza le costringe a una svolta forzata, osano quello che non hanno mai osato fare e rompono tutti i tabù. Così, come tre parche potenti che inseguono disperate lo scoccare del loro tempo, nell’ombra filano i destini di chi ha tentato di metter loro i bastoni tra le ruote…

 

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Il “fai da te” contro la cultura dell’ipermercato

Lucia Cuffaro, con una scrittura semplice e vivace, propone ricette dimostrative che toccano molti temi del nostro vivere quotidiano: alimentazione, cosmesi, igiene personale, pulizie, rimedi per la salute, orto e cultura delle piante. Fare ci rende più liberi e informati, ed è questa consapevolezza, assieme ai valori di sobrietà, condivisione e recupero della tradizione, che l’autrice, partendo dalla sua esperienza personale, prova a trasmettere. Grande attenzione è data al risparmio e alla facilità di realizzazione, proponendo puntualmente ingredienti di base facilmente reperibili e economici.

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Alle origini della teoria del gender

La cosiddetta “teoria del gender” costituisce l’ideologia soggiacente alle iniziative politiche e giuridiche che si stanno sviluppando con sempre maggiore insistenza per ottenere la legalizzazione del matrimonio omosessuale e l’introduzione nel nostro ordinamento del reato di omofobia. Questa ideologia, grazie a una costosa e capillare campagna di promozione mediatica, sta conquistando spazi pubblici sempre più ampi, arrivando a mettere in discussione concetti e valori che costituiscono le basi elementari di qualsiasi convivenza civile. L’analisi delle origini e delle conseguenze della teoria del gender è l’obiettivo del saggio di Rodolfo de Mattei, suddiviso in due parti: la prima è dedicata alle radici ideologiche, prossime e remote della teoria; la seconda è riservata alle sue ricadute pratiche, nella nostra quotidianità.

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