Ecco le città con le periferie a rischio esplosione: a Bologna la maglia nera

1 Dic 2014 10:36 - di Ginevra Sorrentino

Cronaca di un conflitto sociale annunciato: le periferie delle nostre città, presidio ormai diffuso di immigrati e diseredati, sono delle vere polveriere sul punto di esplodere (laddove già non accaduto come nella romana Tor Sapienza qualche giorno fa). A ribadirlo, una volta di più, è un’indagine realizzata dalla Fondazione Leone Moressa, ripresa da la Repubblica, che stila con impietosa precisione – e non pochi effetti sorpresa – una vera e propria mappa delle periferie più a rischio del Bel Paese: banlieu prese d’assalto da stranieri di varia provenienza chiamati ad integrarsi con quelle famiglie italiane popolate di disoccupati, esodati, sfrattati, ormai allo stremo a cui, al danno della difficoltà e della marginalità, si aggiunge la beffa dell’accoglienza coatta e garantita per gli immigrati.

Le carta geo-sociale delle banlieu più pericolose

E allora, a sorpresa, e in controtendenza con quanto stilato da un altro sondaggio pubblicato in queste ore, quello realizzato dal Sole 24 Ore sulle città più vivibili d’Italia – secondo cui la medaglia d’oro e di bronzo va a due città dell’Emilia, Ravenna e Modena – è Bologna la città più pericolosa. Addirittura più di Reggio Calabria. Una mappa, quella proposta dall’indagine, che rovescia letteralmente aspettative e convinzioni, secondo cui le città più a rischio sono quelle del Nord, e le meno “esplosive” quelle del meridione. Tre i fattori evidenziati dallo studio e rilanciati da Repubblica: «la marginalità socio-economica degli stranieri; «i livelli di criminalità» e «la spesa pubblica per l’integrazione». Laddove proprio le sperequazioni economiche tra poveri italiani e poveri stranieri vengono indicate come il detonatore innescato, pronto a esplodere se corroborato dalla miscela della precarietà abitativa e della proliferazione di micro-criminalità diffusa. La variabile risolutiva, a quanto emergerebbe dal report della fondazione, sembrerebbe poter essere garantita allora dalla disponibilità dei diversi comuni alle spese destinate all’immigrazione. Ecco la mappa delle città più pericolose.

 La classifica

1- Bologna – Alla “città delle due torri” va la maglia nera della pericolosità: «Forte la differenza di reddito tra italiani e stranieri (pari a oltre 11.000 euro nel 2013 riporta Repubblica). Alti il tasso di delittuosità (66 arrestati ogni 1000 immigrati residenti) e la percentuale di detenuti stranieri sul  totale (51,5%). Flessione negativa per la spesa pubblica destinata all’immigrazione.

2 – Milano – All’ombra della Madonnina il record del più alto tasso di presenza straniera (17,4%) e di concentrazione di immigrati nelle periferie (95%). Alto anche il tasso di detenuti stranieri (61,3%).  In questo caso più che la spesa per l’immigrazione, il valore che influisce in misura negativa maggiore sarebbe la differenza di reddito tra italiani e stranieri (pari a 11.300 euro).

3 – Genova – Anche in questo caso risulta essere molto alto il differenziale di reddito (10.000 euro) , mentre a fronte di un forte tasso di delittuosità («ogni 1000 immigrati, ne vengono arrestati 102») e di un’alta percentuale di detenuti stranieri (54,1%), a influire pesantemente è soprattutto la spesa pro-capite per immigrato che, spiega Repubblica, «con 46 euro rappresenta il valore nazionale più basso».

4 – Roma – Infine la capitale chiude il palmares, sia per «le alte diseguaglianze di reddito» che per i «reati commessi dagli stranieri».

5 – Venezia, Torino e Firenze – Infine questi tre capoluoghi presentano un similare livello di rischio per differenziale di reddito (non molto alto), concentrazione degli immigrati (a Torino la percentuale più alta: 93,9%, a Firenze la più bassa con il 76,1%).  Infine la curiosità: Le tre città meno a rischio son al Sud, caratterizzate anche da una bassa incidenza di stranieri sulla popolazione residente: Reggio Calabria, Napoli e Bari.

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