Caso Loris, si attende una svolta: la mamma di nuovo portata in Procura
L’indagine è a un punto di svolta. Nuovo interrogatorio per Veronica Panarello, mamma di Loris, il bambino di otto anni morto strangolato il 29 novembre a Santa Croce Camerina. La madre è stata prelevata dalla sua casa alla periferia del piccolo centro nel Ragusano da Polizia e Carabinieri e condotta nel capoluogo, in Procura, insieme al marito, dove dovrà rispondere al procuratore Carmelo Petralia a una serie di domande sulle contraddizioni emerse negli ultimi giorni a proposito della sua ricostruzione della mattinata in cui il figlio è scomparso. Al momento la donna non è indagata, e come più volte ha ripetuto il suo avvocato Francesco Villardita, in questa vicenda è tuttora parte offesa.
Troppe contraddizioni
Sono ore decisive e si attende una svolta da un momento all’altro. Inquirenti ed investigatori stanno cercando di ricostruire nel dettaglio la mattinata trascorsa dalla madre della piccola vittima. Il suo racconto di quel maledetto sabato mattina non ha retto alla verifiche. Ha sempre sostenuto di aver accompagnato il figlio a scuola, ma ben quattro telecamere l’hanno ripresa in auto sola con il bimbo più piccolo. Come dimostrerebbe il video ricavato da una telecamera che inquadra l’ingresso di casa sua e l’area destinata a parcheggio appena sottostante, Loris non è neppure mai salito sulla Polo nera che si è allontanata alle 8.33 con solo due persone a bordo. Alle 8.49, come accertato da una informativa di polizia e carabinieri, la donna è tornata a casa da sola. Ne è uscita 36 minuti dopo. E pur essendo diretta al castello di Donnafugata, che è sulle colline, ha imboccato una strada che piega verso il mare, in tutt’altra direzione. Due telecamere la riprendono ad un centinaio di metri dall’imboccatura del viottolo poderale che conduce al Vecchio Mulino, dove scorre il canalone dove sette ore e mezzo dopo è stato rinvenuto il corpo della giovanissima vittima.
L’ipotesi della «coppia diabolica»
Dai tabulati telefonici che gli inquirenti stanno vagliando emerge che due minuti prima di uscire di casa, alle 9.23, la madre di Loris ha parlato con il marito Davide: una telefonata breve, seguita nel corso della mattinata da altre. I tabulati indicano complessivamente una decina di chiamate, tutte nella cerchia familiare. E una mezza dozzina di sms, la maggior parte dei quali dal gestore telefonico: indicazione, questa, che qualcuno ha tentato di chiamare il suo telefonino che però o era spento o non era raggiungibile o, ancora, era impegnato in un’altra chiamata. Nessun riscontro, invece, hanno dato le ricerche dello zainetto blu con le cinghie gialle di Loris. I magistrati non hanno ancora scartato l’ipotesi che a uccidere il bimbo sia stata una «coppia diabolica». Ci sono molti elementi che contrastano con la tesi dell’assassino solitario. Il bimbo aveva segni di legature con fascette in plastica ai polsi e al collo: difficile immaginare che abbia fatto tutto un adulto da solo. E poi resta il giallo nel giallo di quelle mutandine blu che furono depositate davanti alla scuola. Come si ricorderà, il corpo di Loris è stato trovato con i pantaloni slacciati e senza slip. Di qui il sospetto che sia stata costruita ad arte la pista di un pedofilo solitario.