Bergamo, il presepe non s’ha da fare. Salvini: “Ve lo regalo io”

5 Dic 2014 19:04 - di Redattore 89

Niente presepe per i bambini della scuola elementare De Amicis di Bergamo. Lo ha deciso il preside Luciano Mastrorocco, perché «la scuola pubblica – ha detto – è di tutti e non va creata alcuna occasione di discriminazione». Il dirigente scolastico ha spiegato che nella scuola il 30% di bambini è straniero e che, quindi, a suo avviso, «accendere un focus cerimoniale e rituale può risultare soverchiante per qualcuno, che potrebbe subire ciò che non gli appartiene».

Una discriminazione al contrario

Ad oggi, però, gli unici a risultare “soverchiati” sono i piccoli alunni cattolici, ancora in maggioranza nell’istituto. I genitori hanno protestato, ma il preside ha fatto sapere che non cambierà idea neanche se dovessero mettersi tutti insieme per chiedere un passo indietro. «Si chiama in causa la discriminazione. Ma in questo caso la discriminazione è al contrario», ha sottolineato la deputata del Ncd Barbara Saltamartini, una delle tante voci politiche intervenute sulla vicenda.

Il presepe lo porta in dono Salvini

Come già accaduto in passato, quando qualche altro dirigente scolastico aveva assunto decisioni simili, la notizia – divulgata dal Corriere di Bergamo – ha suscitato polemiche e perplessità. Matteo Salvini, fra i primi a intervenire, su facebook ha parlato di un fatto «pazzesco» e ha annunciato che «porterà in dono alla scuola un presepe» domani pomeriggio, quando davanti all’istituto è convocato anche un presidio di protesta. Dal canto suo, il capogruppo del Carroccio alla Camera, Massimiliano Fedriga, ha chiesto la rimozione del preside.

Il sottosegretario parla di «laicismo esasperato»

Sulla vicenda è intervenuto anche il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi, per il quale si è di fronte a una forma «laicismo esasperato, che nulla ha a che vedere con una sana laicità». Dunque, si tratta di una «decisione irragionevole» per l’esponente del Ncd, che si è augurato una marcia indietro del preside, anche perché «un vero dialogo con chi appartiene a tradizioni culturali diverse si può impostare solo valorizzando e facendo conoscere le radici più profonde della nostra identità».

Ma i crocifissi restano dove sono

Toccafondi, inoltre, ha ricordato una sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo del 2011 secondo cui «neppure il crocifisso esposto nelle aule scolastiche viola il principio della laicità degli istituti educativi». I crocifissi, tra l’altro, alla De Amicis non sono stati toccati. «Se lo tolgo se ne fa una questione di Stato e ho cose più importanti di cui occuparmi», ha sostenuto il preside anti-presepe.

 

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