“Mi manda lo zio”. Folla di parenti eletti a sinistra, c’è anche una Prodi…
“Mi manda Picone” resta un film di grande attualità quando si parla di elezioni. L’amico del fratello del figlio della cognata, candidato ed eletto grazie ai voti di un ex potente, spunta fuori in ogni lista, ad ogni latitudine, in qualsiasi tipo di competizione politica. Non sono sfuggite alla regola neanche queste elezioni regionali in Emilia e Calabria, dove il parente stretto l’ha fatta da padrone. Con un nome su tutti: Romano Prodi.
La nipote del professore
«Mio zio Romano? No, oggi non l’ho sentito». Oggi, forse, ma ieri, l’altro ieri, due giorni fa, durante la campagna elettorale, sicuramente uno squillo gliel’avrà fatto. Altrimenti Silvia Prodi, nipote del famoso “mortadella”, quei 5000 voti a Reggio Emilia forse se li sarebbe sognati la notte. Eppure la figlias di Quintilio Prodi, fratello di Romano, 39 anni, ingegnere nucleare, sostiene, in questa intervista al Sole, di far politica da tempo, da sola, senza aiuti, peraltro su posizioni non proprio renziane, visto che si è già schierata al fianco della Cgil sul Jobs Act e pare che abbia idee un po’ differenti dallo zio sulle coppie di fatto e sulla sacralità del matrimonio. Ma come si è arrivati alla sua candidatura? Secondo quanto ricostruisce Libero, al segretario cittadino del Pd di Reggio Emilia sarebbe arrivata una letterina della “società civile” per caldeggiare il nome in lista di questa signora dal nome eccellente, “di alta rettitudine morale, lungimiranza e indipendenza di giudizio”. Eppure, stranamente, la grande esclusa dalla lista, Sonia Masini, ex presidente della Provincia di Reggio Emilia, ha parlato della Prodi come di una “signora poco nota che ha avuto vie preferenziali”. Che coincidenza, in effetti.
Anche in Calabria sono tanti i figli di…
Segnatevi questo nome: Giuseppe Neri. eletto in Calabria con i “Democratici progressisti”. Ora prendete fiato: è un ex assessore alla Provincia di Reggio Calabria, cognato di Nico D’Ascola, che a sua volta era candidato a governatore della coalizione centrista Ncd-Udc, non eletto, però. A Reggio Calabria, poi, ce la fa Mimmo Battaglia, di figlio di Pietro, storico sindaco reggino che affiancò i missini nei Moti di Reggio del ’70 per impedire il trasferimento del capoluogo a Catanzaro. A Crotone, invece sempre nel centrosnistra, Flora Sculco, unica donna eletta in Consiglio, figlia di Enzo, già deputato regionale nel 2005. Resta esclusa, invece, Tonia Stumpo, sorella del deputato del Pd Nico Stumpo, fedelissimo di Bersani.