Un giorno su due lavoriamo per il fisco. Italia maglia nera in Europa

26 Nov 2014 16:00 - di Karim Bruno

In Europa i contribuenti italiani sono tra i più tartassati dal fisco.  Lavorano per l’erario fino al 7 giugno, vale a dire 9 giorni in più rispetto alla media registrata nei Paesi dell’area euro e ben 13 in più, se il confronto viene fatto con la media dei 28 Paesi della Ue. Si tratta di dati che confermano, in sostanza, quel che già si sapeva. Ma che ora poggiano su una puntuale analisi comparativa fornita da una ricerca della Cgia di Mestre. “In altre parole – sottolinea il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – nel 2013 gli italiani hanno dedicato 158 giorni di lavoro per onorare le tasse, i tributi, i contributi e le imposte previste dal nostro fisco. Un record storico già eguagliato nel 2012. Nell’aera euro solo i francesi, con 174 giorni, i belgi, con 172 e i finlandesi, con 161, hanno sopportato uno sforzo superiore al nostro”.

Il confronto con gli altri Paesi

In Germania, al contrario, il cosiddetto “tax freedom day” scatta dopo 144 giorni, in Olanda dopo 136 e in Spagna dopo 123 giorni. L’ufficio studi della Cgia ha preso in esame il Pil nazionale dei singoli  Paesi registrato nel 2013 con la nuova metodologia di calcolo adottata dall’Eurostat, lo ha suddiviso per i 365 giorni dell’anno, e lo ha poi raffrontato con il gettito fiscale dei singoli Stati. Rispetto all’Italia, ad eccezione del Belgio, tutti i Paesi federali presentano una pressione fiscale inferiore alla nostra, con una macchina statale più snella e servizi migliori.

Il costo degli adempimenti per le imprese

Al carico fiscale, assolutamente insostenibile per i contribuenti del nostro Paese, si aggiunge per le imprese il peso degli adempimenti. L’incertezza della materia fiscale rappresenta un costo altissimo. La sola attività fiscale ordinaria per le medie e grandi aziende richiede, secondo uno studio condotto dall’Ordine dei commercialisti, 137 ore lavorative medie, pari a 17 giorni. A questa si aggiungono i costi connessi all’attività straordinaria: operazioni finanziarie, regimi Iva di gruppo, costi o black list indeducibili e adeguamento a sistemi fiscali di diversi Stati. A quando una riforma fiscale degna di questo nome che alleggerisca il peso delle tasse su famiglie e imprese?

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *