Da un garage della polizia spunta la Renault rossa del delitto Moro
È in un garage della Polizia, ben conservata e custodita, la R4 di via Caetani, in cui fu ritrovato il corpo del presidente della Dc, Aldo Moro, il 9 maggio del 1978. La macchina è stata ceduta dalla polizia dal suo legittimo proprietario, Filippo Bartoli, qualche anno fa e da allora è in custodia, non sequestrata, in attesa di essere presa in carico dal museo storico delle auto della Polizia di Stato a Roma. Le immagini dell’auto nel garage sono state diffuse dal sito internet del Corriere della Sera. Nei giorni scorsi presso il garage della Polizia che custodisce l’automobile si è recato il deputato del Pd Gero Grassi (Pd) che fa parte della Commissione Moro, che aveva presentato una interrogazione parlamentare per chiedere appunto di conoscere dove era la macchina, quali erano le sue attuali condizioni e se è possibile che l’auto, insieme alle altre di via Fani, possa essere accolta in una sala ad hoc del museo delle auto della Polizia.
Il sequestro, l’omicidio e il ritrovamento del corpo
Aldo Moro fu sequestrato il 16 marzo 1978 a Roma dalle Brigate Rosse, il suo corpo senza vita fu ritrovato il 9 maggio successivo, quando nella Renault rossa parcheggiata in una traversa di via delle Botteghe Oscure. Una telefonata alla segreteria del presidente della DC era giunta alle 13, con le opportune indicazioni. La famiglia Moro diffuse un comunicato nel quale chiedeva massimo riserbo: «La famiglia desidera che sia pienamente rispettata dalle autorità dello Stato e di partito la precisa volontà di Aldo Moro. Ciò vuol dire: nessuna manifestazione pubblica o cerimonia o discorso; nessun lutto nazionale, né funerali di Stato o medaglie alla memoria. La famiglia si chiude nel silenzio e chiede silenzio. Sulla vita e sulla morte di Aldo Moro giudicherà la storia». Il giorno dopo, la salma fu tumulata dalla famiglia a Torrita Tiberina, un piccolo paese della provincia di Roma: il governo terrà i funerali di Stato, celebrati dal Papa, senza la bara ed i famigliari del morto. Nella Capitale affissioni del Partito Comunista che riportano la prima pagina de L’Unità con la notizia dell’uccisione, furono coperti da strisce con la scritta “assassini”, tesi ad indicare le Brigate Rosse quale braccio armato del PCI.
Il video del ritrovamento della Renault in via Caetani