Brunetta: bravo Silvio, ora il partito è unito sul fronte anti-Renzi

12 Nov 2014 11:34 - di Redazione

«Unità piena. Risultato eccezionale. Grande Berlusconi che ha dato una spinta straordinaria di protagonismo al partito». Renato Brunetta non nasconde la sua soddisfazione per l’esito non scontato dell’ufficio di presidenza di Forza Italia che ha dato mandato pieno al Cavaliere per trattare con Renzi sulle riforme ma, soprattutto, ha riunito le diverse anime del partito nel nome di un’opposizione “senza se e senza ma” alle politiche economiche del governo. «Esce da questo ufficio di presidenza una linea di limpidezza senza possibilità di equivoci», si legge sul sito dell’ex ministro della Pubblica amministrazione che per primo ha alzato la voce contro la trappola tesa dal premier stravolgendo l’impianto del patto del Nazareno per ricompattare la sua maggioranza scricchiolante.

Nuova linfa per l’opposizione

Nessun controcanto al leader da parte del “falco” Brunetta, come Renzi ha ripetuto più volte nel corso di Porta a Porta per mettere zizzania nel fronte avversario. La linea azzurra è chiara e condivisa, fa capire il capogruppo di Forza Italia alla Camera elencando i punti fermi nei rapporti con Palazzo Chigi: «Primo: sulla legge elettorale, non si accetta alcuna imposizione. Se la proposta è quella uscita dal vertice di maggioranza ed è fatta propria da Renzi, non avrà il consenso di Silvio Berlusconi. Discutiamo, trattiamo, ma nessun diktat. Non intendiamo rompere, ma allo stesso tempo non abbiamo nessuna intenzione di subire».  Secondo: «Assoluta opposizione rispetto alle politiche economiche del governo. Forza Italia riafferma il giudizio negativo sulla legge di stabilità che colpisce il ceto medio, le famiglie, le imprese ed è distruttiva di qualsiasi possibilità di sviluppo. È una partita di giro e di raggiro. Le nostre controproposte, davvero riformatrici – si conclude la nota –  sono contenute in emendamenti espressione dell’unità profonda del nostro gruppo parlamentare e del partito. In primo luogo, basta tasse sulla casa. Ne vedremo delle belle».

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