Renzi: «La vertenza Ast va separata dal confronto politico»

30 Ott 2014 14:10 - di Ginevra Sorrentino

Dopo gli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine al corteo degli operai dell’Ast di Terni, il day after è cominciato a Palazzo Chigi all’insegna della ripresa del dialogo tra governo e sindacati. Al tavolo presieduto da Matteo Renzi hanno partecipato il leader della Fiom, Maurizio Landini, i sottosegretari Graziano Delrio e Teresa Bellanova, e i segretari Fiom, Fim e Uilm, Rappa, Farina, Bentivogli e Ghini.

Il confronto sindacale separato da quello politico?

La vertenza della Ast di Terni «va separata dal confronto politico», ha esordito il premier nell’incontro con le rappresentanze sindacali dell’impresa ternana, il cui obiettivo era attuare «un confronto serio e nel merito», ma il cui sottotesto a margine puntava a segnare una riapertura del confronto tra governo e organizzazioni dei lavoratori. «Non vogliamo fare a meno del sindacato nelle trattative sindacali», ha infatti chiarito il premier, salvo poi aggiungere però che «non sarà consentita nessuna strumentalizzazione di Terni: l’imperativo morale – ha specificato Renzi – è chiudere la vertenza dell’acciaieria».

Abbassare i toni: la Camusso replica a Renzi

E, non ultimo, «abbassare i toni»: e non solo alla ricerca di una soluzione alla crisi dell’acciaieria. Una richiesta a cui ha risposto a distanza la leader della Cgil Susanna Camusso che, dai microfoni di Radio Anch’io ha replicato al premier: «Se c’è qualcuno che ha alzato i toni sono quelli che non sanno leggere gli articoli e che usano i titoli per fare polemica. Direi che questo appello il presidente del Consiglio lo deve rivolgere in casa sua».

Il punto sulle trattative

Parole che più che aprire alla distensione sembrano inasprire il confronto dialettico, già ridotto ai minimi termini negli ultimi giorni di polemiche tra la leader Cgil e il Pd. Ma almeno, tra botta e risposta tra parti sociali e governo, un punto sulle trattative è stato messo: «Ast si è detta disponibile a rafforzare il piano industriale. Contando le mobilità volontarie, restano sul tavolo circa 140-150 esuberi», ha detto al termine del tavolo il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, annunciando un nuovo appuntamento che sarà convocato la settimana prossima. «Partivamo da un piano industriale giudicato inaccettabile, dopo l’informativa del governo, invece, c’è la nostra disponibilità a riprendere la trattativa», ha commentato quindi il leader Fiom, Maurizio Landini.

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