Selfie sempre più a rischio: salvati dieci ragazzini. Ma sul fenomeno pesano forti interessi economici
Sempre più a rischio, telefonini a portata di mano, scatti nelle posizioni più pericolose. Il selfie – che ha contagiato la politica e persino il Papa – inizia ad allarmare perché, specie nelle giovani generazioni, è scattata la gara a chi riesce a immortalarsi nelle posizioni più a rischio. L’ultimo episodio vede protagonisti dieci ragazzi dai 14 ai 16 anni, che sono saliti fino alla cima della torre dell’acquedotto dell’ex seminario di Selvazzano. Erano sul punto più alto, circa 35 metri, pronti a farsi un selfie da adrenalina. Il gruppetto è stato bloccato dai carabinieri che hanno avvisato i genitori e segnalato l’episodio al tribunale dei minori. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine, uno dopo l’altro i ragazzi sono scesi per la scala a chiocciole che c’è all’interno dell’ultimo pezzo. Per salire più in alto, bisogna aggrapparsi ad una scaletta di servizio. E’ l’ennesimo episodio di una moda che, comunque, negli altri Paesi sta esaurendosi. Negli Stati Uniti è nato addirittura l’Anti-Selfie Movement e una star del cinema come Kirsten Dunst ha prestato il suo volto a un cortometraggio che mette in evidenza i limiti dell’ossessione per una vita connessa e sempre in mostra. “Basta sovraesporsi, recuperiamo un po’ di mistero, è tempo di nascondere la propria faccia dallo spazio sociale”, scrive il movimento americano anti-selfie che per veicolare il più possibile il suo messaggio ha aperto un sito e profili su molteplici piattaforme sociali (da Facebook a Twitter, da Instagram a YouTube). Se proprio si vuole cedere alla tentazione di un selfie, almeno lo si faccia con ironia, camuffandosi, con una mano sul viso o un cappello a larga tesa. Anche in Italia qualche mese fa è partita una campagna contro il selfie, mentre il governo filippino li vuole addirittura proibire. Per inciso, la capitale finanziaria del paese Makati City, è secondo il Time la città al mondo dove si fanno più selfie pro capite. Ad agire nell’ombra, però, ci sono anche interessi economici: sono nate tante app che migliorano l’autoscatto, smartphone con funzioni fotografiche ad hoc e piccoli gadget. Solo in Italia, dice una ricerca Samsung, si scattano 28 milioni di selfie al giorno.