Presidenziali Brasile: a due settimane dal voto in testa il centrodestra, vola il “Berlusconi” carioca

10 Ott 2014 10:47 - di Redazione

Il candidato di centrodestra Aecio Neves si trova per la prima volta in vantaggio numerico sulla presidente uscente di sinistra Dilma Rousseff nelle intenzioni di voto per il ballottaggio tra i due in programma il prossimo 26 ottobre. Lo rivelano i primi sondaggi Ibope e Datafolha divulgati in vista del secondo turno delle elezioni generali in Brasile. Secondo entrambi gli istituti demoscopici, Aecio otterrebbe oggi il 46% e Dilma il 44%. L’analisi Ibope ha intervistato 3.010 persone in 205 municipi tra il 7 e l’8 ottobre. Il livello di affidabilità delle proiezioni è del 95%, considerato il margine di errore pari a due punti percentuali in più o in meno. Il risultato – dicono gli analisti – configura la situazione di ”pareggio tecnico” tra i due candidati. Speculare il rilevamento di Datafolha, che ha sentito l’opinione di 2.879 elettori nei giorni 8 e 9 ottobre. Al primo turno, conclusosi domenica scorsa, Dilma aveva chiuso in vantaggio con il 41,59% dei voti validi contro il 33,55% del suo sfidante. Neves, classe 1960, originario di Belo Horizonte, ha ereditato la passione politica dal nonno, Tancredo Neves, primo presidente del dopo dittatura militare (1964-1985), morto prematuramente due mesi dopo l’elezione. Economista, è stato governatore di Minas Gerais per due mandati consecutivi, dal 2003 al 2010, terminando i mandati con alti indici di gradimento. Eletto senatore nel 2010, nel 2013 è stato scelto come presidente nazionale del Psdb e candidato del suo partito per la presidenza del Brasile nelle elezioni 2014. Spesso circondato da belle donne (è sposato con la modella Leticia Weber, dalla quale ha avuto due gemelli), grazie alla sua formazione politica ed economica liberale, è visto di buon occhio soprattutto dai vertici del potere economico e da alcuni grandi imprenditori, oltre che dalla classe media di successo e dai ceti professionali. Al ballottaggio, Neves incasserà anche il sostegno del Partito socialista brasiliano che ha voltato così le spalle al Partito dei lavoratori della presidente di sinistra Dilma Rousseff, tradizionale alleato.

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