Da Ponticelli a Pechino: un elicottero made in Italy conquista la Cina

27 Ott 2014 14:27 - di Redattore 92

L’azienda che non ti aspetti sorge alle porte di Napoli e nei prossimi anni potrebbe rivoluzionare il traffico aereo delle grandi città. Si chiama K4A (Knowledge for aviation) è a Ponticelli e produce elicotteri leggeri ad alta tecnologia. L’ultimo modello ha conquistato persino i cinesi, che nell’aprile scorso hanno siglato una joint venture dal valore di 32 milioni di dollari. Il progetto innovativo, realizzato da giovani ingegneri italiani, è quello di veri e propri taxi dei cieli. Innovativi elicotteri bimotore, con caratteristiche di sicurezza tali da consentime il volo su aree fino a oggi proibite ai monomotore. Un progetto ambizioso, portato avanti dalla società nata nel 2005 proprio con l’obiettivo di realizzare un’innovativa famiglia di elicotteri leggeri, capaci di unire i vantaggi della tecnologia ai concetti di sicurezza ed economicità.

Lo stabilimento di produzione sarà in Cina

Gli stabilimenti di produzione sorgeranno a Jing de Zhen (nella Provincia dello Jiangxi), importante polo elicotteristico cinese. Dopo il via libera dell’Easa, agenzia per la sicurezza del volo europea, a partire dal 2016, con il certificato che abilita al volo professionale, dalla fabbrica cinese usciranno 150 elicotteri biposto all’anno per tre anni, al costo di circa 250 mila euro. Un costo irrisorio per un elicottero, se si stima che con la stessa cifra i miliardari cinesi comprano un’auto sportiva. Le prime consegne ci saranno nel 2017. «Nel segmento del personal transportation, puntiamo a volare, oltre che in Cina, in India, Arabia e in tutto il Medio Oriente», ha detto Scalella in un’intervista ad Affari e Finanza di Repubblica.  A regime, tra tre anni, l’azienda costruirà 150 elicotteri l’anno. K4A si avvale della collaborazione di 28 addetti, il 68% dei quali laureato in ingegneria e con età media inferiore ai 40 anni.

E’ una vittoria della ricerca italiana

L’accordo consentirà a K4A di sviluppare anche business paralleli, come consulenze alla regolamentazione in Cina di velivoli leggeri e ultraleggeri, scuole di volo e costruzione di piccoli aeroporti per l’aeronautica generale. «Questa joint venture – ha detto Scalella – dimostra quanto sia importante investire su ricerca e innovazione, valorizzando le risorse dei nostri territori. È quanto mai urgente porre un freno alla fuga di cervelli per non disperdere il patrimonio di competenze e talenti che l’Italia possiede».

 

 

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