La caduta degli dèi: parla Obama, il pubblico si alza e abbandona la sala
Tempi duri per Barack Obama. Quando mancano due settimane alle elezioni di medio termine, con i repubblicani sempre più favoriti, il presidente degli Stati Uniti è protagonista di un episodio emblematico del suo momento di crisi: la platea di sostenitori democratici si svuota mentre lui sta ancora parlando. È accaduto in Maryland. Obama stava partecipando a un comizio per sostenere il candidato democratico alla carica di governatore, Anthony Brown, quando una parte del pubblico, apparsa poco soddisfatta del suo intervento, è uscita in anticipo dalla sala in segno di disappunto. Un vero e proprio smacco per un abile oratore come lui, in passato abituato a trascinare le folle con i suoi appassionati interventi. L’episodio testimonia la crescente sfiducia dei cittadini Usa nei suoi confronti e il crollo verticale della sua popolarità. E questo spiega come le apparizioni del presidente nella campagna elettorale per le elezioni del 4 novembre siano rare, dosate con il contagocce, e limitate a quegli Stati favorevoli al partito dell’Asinello. Come in Maryland, dove la corsa di Brown sembra non presentare grandi difficoltà visto che il candidato democratico è avanti di ben 11 punti rispetto al rivale repubblicano. O a Chicago, la sua città, dove ha votato in anticipo. Nel frattempo, invece, prosegue la campagna a tappeto di Michelle Obama, che questa settimana sarà in Iowa, Minnesota e Colorado. Tutti Stati nei quali l’esito elettorale è incerto. La maggior popolarità di cui gode la first lady la fa preferire a un presidente che appare stanco e che i candidati democratici più in bilico non vogliono alle proprie campagne elettorali. “Il brand Obama” non appare più vincente, e ad abbandonarlo sembrano anche quelle categorie che nel 2008 e 2012 lo portarono al trionfo: donne, giovani e minoranze, tra cui gli stessi afroamericani. Ma in un’intervista al New Yorker il presidente rivendica proprio quanto fatto a favore di questo “zoccolo duro” che lo ha sostenuto in passato. Compiendo anche un passo in avanti sulle nozze gay. Obama si dice orgoglioso di aver nominato – più di qualunque altro suo predecessore – giudici donne e appartenenti alle minoranze afroamericana, latinoamericana ed asiatica. «E la mia amministrazione – aggiunge – ha nominato anche dieci giudici dichiaratamente gay». E proprio sulle nozze omosessuali si spinge oltre quanto detto in passato, affermando che la Costituzione americana di fatto già garantisca tali matrimoni, sulla base dell’Equal Protection Clause, contenuto nel 14° emendamento. Norma in base alla quale gli Stati devono avere ragioni valide per mettere in atto discriminazioni fra i cittadini.