Civati: «Scissione nel Pd ? Se non la faccio io la farà qualcun altro»
«Scissione? Se non la faccio prima o poi la farà qualcun altro». Pippo Civati, esponente della minoranza del Pd , non è certo uno che le cose le manda a dire. E’ diretto e non usa mezzi termini per chiarire la sua posizione. Il giorno dopo il contrastato voto di fiducia al Senato sulla delega al governo in materia di riforma del lavoro, le polemiche e i malumori all’interno del partito democratico non accennano a diminuire. A rendere più aspro il confronto ci ha pensato il vicesegretario del partito, Lorenzo Guerini, che, al termine della segreteria, ha detto che chi non ha votato la fiducia al governo sul Jobs act “mette in discussione i vincoli di relazione con il partito”. La risposta di Civati non si è fatta attendere.
“Non si può avere un partito all’americana, con eletti con le primarie, e poi immaginare che ci sia una disciplina di stampo sovietico”, è la replica. Per Civati “se ci sarà un intervento disciplinare nei confronti dei senatori che sono usciti dall’aula del Senato al momento del voto credo che si aprirà un bel dibattito sulla democrazia interna”. Nel partito, ha poi sottolineato, “c’è un problema grosso come una casa : molti hanno votato la fiducia non essendo d’accordo e lo hanno fatto solo per disciplina di partito, rispetto però ad un partito che non ha mantenuto fede al proprio programma elettorale. Non ricordo che nessuno abbia detto che ci candidavamo a governare il Paese per cancellare l’art. 18”, ha concluso. Nell’esprimere solidarietà nei confronti di Tocci che dopo il voto si è dimesso, Civati ha rilanciato la battaglia per la modifica del testo nell’altro ramo del Parlamento. Nel caso il governo ponesse la fiducia anche alla Camera, l’esponente del Pd Civati non avrebbe dubbi sul suo atteggiamento. “Ho detto che se fossi stato un senatore non avrei partecipato al voto. Mi pare chiaro che, se questo dovesse avvenire alla Camera, mi comporterei di conseguenza”.