All’Espresso piace la destra ma solo se è in “modalità Meloni”
“Non ha la spocchia di Crudelia di Daniela Santanchè, non ha l’approccio cerbiattesco di Mara Carfagna, né i dentini acuminati di Beatrice Lorenzin e soprattutto come Marine Le Pen – con tutte le proporzioni dei risultati elettorali delle due – non ha un leader come capo”. Leggiamo dall’Espresso questo ritratto di Giorgia Meloni firmato da Denise Pardo: un articolo che manifesta un’insolita simpatia per la leader di Fratelli d’Italia e che giunge a una conclusione inaspettata, e cioè che alla destra non rimane che la carta Giorgia Meloni. Il motivo è presto detto: nella classifica di gradimento dei leader subito dopo Renzi, in molti sondaggi, si piazza proprio lei, oscurando Beppe Grillo e l’inossidabile Silvio Berlusconi. «Meloni – è la sintesi dell’Espresso – interpreta una destra popolana e popolare, offrendo il modello di politica genuina e soprattutto anti-casta». Ma il segreto del suo successo, dopo il movimentismo sperimentato con Azione giovani (l’organizzazione giovanile di Alleanza nazionale) non sta nell’essere donna ma nell’esserlo mostrando un’indipendenza che altre figure femminili del centrodestra non hanno potuto vantare. Gli manca il tutor, l’obbedienza “senza se e senza ma” al capo anche se tutti sanno che è cresciuta all’ombra di Fabio Rampelli, definito dall’Espresso “capogruppo di FdI, gran signore delle tessere dei camerati romani”, in realtà sprimentatore del movimentismo giovanile ai tempi del FdG anni Ottanta, quando tutti avrebbero scommesso sull’estinzione del Msi. Un tutor lo ha avuto, dunque, ma ha saputo dare prova di emancipazione e di pensiero in proprio. Due esempi, ricorda Denise Pardo, a dimostrazione di questo assioma: non seguì Gianfranco Fini, cui deve in parte al sua ascesa politica, nell’avventura di Fli e durante il governo Monti appoggiato anche dal Pdl di cui faceva ancora parte, capeggiò una manifestazione dei giovani di centrodestra contro Angela Merkel. Alla fine – conclude il settimanale – «la sua modalità di donna di destra pugnace, aggressiva, pronta a mordere, un eloquio a base di patria, tricolore, popolo sovrano, fuoco e fiamme ha sgominato la femminilità politica berlusconiana».