Il “prof Che Guevara” è stato sospeso: vietò alla polizia il controllo antidroga nella sua classe
Per un giorno era diventato il nuovo “eroe rosso”, c’è mancato un soffio che la sua foto finisse sulle t-shirt come quelle di Che Guevara. Lui, il grande professore, nel marzo scorso – con un gesto da arte della commedia – si era rifiutato categoricamente di far entrare in classe la polizia. Che non doveva chiedere documenti ma verificare la presenza di droga. Un tipico controllo anti-stupefacenti. Proprio per questo, per una scelta a dir poco pittoresca quanto inopportuna, Franco Coppoli – docente dell’istituto Geometri di Terni – è stato sospeso temporaneamente dall’insegnamento e dallo stipendio. L’episodio si era verificato nel corso dell’operazione svolta dalla questura, anche con un’unità cinofila, all’interno di quattro scuole superiori cittadine, tra cui anche l’istituto Sangallo: il docente dopo avere saputo che la polizia era stata autorizzata dal dirigente scolastico a entrare e perquisire i locali, si era opposto all’interruzione dell’attività didattica nella propria classe, riuscendo a ottenerne l’allontanamento degli agenti. Nei suoi confronti era stato aperto un procedimento disciplinare. Ora arriva la sanzione. Il provvedimento, irrogato dall’Ufficio scolastico regionale, entrerà in vigore nel giorno di inizio delle lezioni, e terminerà il 27 settembre. Coppoli non è nuovo a iniziative tipiche della logica della sinistra e al contorto concetto di libertà. Non a caso, nel 2008 finì al centro delle cronache per un’altra iniziativa-scandalo: aveva rimosso il crocifisso dall’aula durante le sue lezioni. Per questa scelta era stato sospeso da un altro istituto ternano. Adesso ha fatto il bis. Il docente ha annunciato che impugnerà la sanzione disciplinare, con il patrocinio del sindacato dei Cobas, davanti al giudice del lavoro. Secondo Coppoli, «non può essere la polizia a decidere di interrompere l’attività didattica, eventualmente lo dovrebbe fare su mandato della magistratura». «In ogni caso – ha aggiunto il docente tanto amato dalla sinistra – questo tipo di operazioni evidenziano una matrice repressiva che lede il principio fondamentale di insegnamento e di libertà degli studenti». La repressione sarebbe quindi il controllo. Controllo sulla presenza di spinelli o di droghe in classe.