Beccalossi e La Russa rendono omaggio ai quattro piloti dei Tornado. Martedì alle 11 i funerali

1 Set 2014 19:09 - di Redazione

Al termine di una breve cerimonia nell’obitorio dell’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno, i feretri con le salme dei capitani Mariangela Valentini, Alessandro Dotto, Giuseppe Palminteri e Paolo Piero Franzese, i quattro avieri morti nello scontro aereo avvenuto nei cieli ascolani lo scorso 19 agosto, sono partiti poco prima delle 9 alla volta dell’aeroporto di Falconara da dove, in aereo, sono poi state trasferite alla base dell’Aeronautica di Ghedi, in provincia di Brescia, per la camera ardente, in attesa dei funerali che si svolgeranno martedì alle 11 alla presenza del ministro della Difesa e del governatore della Lombardia. Il vescovo di Ascoli, Giovanni D’Ercole, ha benedetto le bare e prima che il corteo si mettesse in movimento, il generale Maurizio Lodovisi, comandante la Squadra aerea, ha paternamente accarezzato uno a uno i feretri che sono stati portati a spalla dalla camera mortuaria da sei avieri e hanno ricevuto gli onori di un picchetto in alta uniforme. Tanti gli ascolani che sono voluti essere presenti per rendere l’ultimo saluto ai quattro piloti. Come tanti sono stati i cittadini lombardi che hanno voluto rendere omaggio alle salme dei piloti, all’arrivo nella base militare di Ghedi. Tra loro l’assessore al Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia Viviana Beccalossi. «Una visita carica di commozione, sentita e doverosa, per rendere omaggio a quattro servitori della Patria», ha detto la Beccalossi che aveva al suo fianco il sindaco del comune bresciano Lorenzo Borzi e l’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa. I tre – come loro stessi hanno ricordato – hanno portato «il proprio omaggio ai Diavoli Rossi del VI stormo comandato dal colonnello Andrea di Pietro». L’assessore ha ricordato che proprio nel 2007, in qualità di vicepresidente della Regione Lombardia, aveva consegnato alla giovane pilota il Premio Coraggio «per la sua scelta di vita indice di forza d’animo, capacità tecnica e coraggio, ma soprattutto simbolo dei valori di sacrificio, onore e dedizione al Paese».

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